martedì 26 marzo 2013

News - Falesia Ferentillo, settore l'isola

Dal 20/03/2013 al 30/09/2013, a seguito di un'ordinanza, il Comune di Ferentillo vieta le attività legate all'arrampicata sportiva nel settore della falesia. E' infatti di questi giorni l'inizio del cantieramento per i lavori che sono stati deliberati per la rimozione del tetto dove corrono alcuni secondi tiri e che da non so quanti anni è ritenuto altamente pericoloso per un possibile crollo.
Il grande, enorme, blocco incombe effettivamente sul settore e sotto di esso si fermano parecchi tiri. Da anni è presente un sensore che monitora i possibili cedimenti, ma finalmente, anno 2013, l'amministrazione ha trovato i fondi necessari per la messa in sicurezza (ovvero la sua rimozione).
Da "rumors" sembra anche che a seguire saranno effettuati lavori di asfaltatura e di sistemazione con panchine e altro arredo urbano (speriamo che non facciano parcheggi a pagamento).
Di sicuro si sa solo che quest'anno, se i lavori inizieranno come dichiarato, il settore sarà precluso ai climbers e che con alta probabilità le vie coircostanti il tetto subiranno dei danni: senza alcun dubbio tutte le catene che finiscono lassù andranno perse, non è improbabile che gli itinerari ne risultino danneggiati per la caduta dei detriti e dei massi che verranno prodotti.
Comunque vada la speranza è che il comune, come ha fatto in passato, voglia valorizzare questa bellissima falesia e che quindi, in qualche modo, investa energie e risorse per compensare e migliorare l'ambiente favorendo l'arrampicata in quei luoghi.

mercoledì 20 marzo 2013

Recensione - K2 la montagna degli italiani

Spero ardentemente che gli archivi in cui è conservato questo film vadano a fuoco e che i server in cui è stato registrato si fondano: che ogni singolo bit o fotogramma vada perduto.
Anche questa volta il servizio pubblico è riuscito a dare un calcio nel culo al povero popolo italico, insozzando e ridicolizzando un'impresa che ha fatto storia, che ha fatto sognare, indignare, parlare e litigare per oltre cinquanta anni. 

mercoledì 13 marzo 2013

Attrezzature - Climbing Technology Click Up

Assicuratore estremamente minimalista, di fabbricazione completamente italiana, irrompe nel panorama degli attrezzi da falesia. Molto compatto si presenta come facile da utilizzare e a prova d'idiota.

lunedì 11 marzo 2013

Recensione - La voce del ghiaccio

Mi ero promesso di leggere il secondo lavoro di Simone Moro e così è stato. Sbirciando in biblioteca l'ho visto e comprato, incuriosito di conoscere il risultato del lavoro fatto durante la spedizione invernale al Nanga Parbat (2012).

sabato 9 marzo 2013

Tecniche - Progressione della cordata - Principi generali

Quando una cordata affronta una parete (di roccia, ghiaccio o misto) che necessita di più tiri di corda per il suo superamento, con posizionamento di ancoraggi di sosta man mano che si sale, allora è necessario mettere in atto una serie di metodologie per garantire la sicurezza della cordata.
Cordata impegnata sullo sperone a sinistra del Centrale al Monte Terminillo

mercoledì 6 marzo 2013

VerticalRock su montagna.tv

Oggi spulciando montagna.tv ho potuto scoprire con mia sorpresa, sicuramente gradita, che al link sopra, a corredo della notizia sul meteo di questi giorni, c'è una mia foto che ho fatto in questa stagione invernale durante la ripetizione del 1° Maggio al Terminillo.
Ringrazio montagna.tv per avermi accreditato, ma devo dire che prima di leggere la didascalia mi era parso di riconoscere l'immagine...

Nei tempi della crisi...(2)

Ho riflettuto a lungo sull'andar per monti, cercando di comprendere perchè scalo, fatico, sudo, rischio su rocce inanimate, cercando di conquistare l'inutile senza apparente scopo o guadagno.
Ho riflettuto a lungo sul perchè cerco appassionatamente, quasi dolorosamente, il contatto con il verticale, con la difficoltà, con l'incertezza.

Sono sostanzialmente un sognatore, un pragmatico sognatore, innamorato della montagna, delle sue verticalità, alla ricerca di nuove sfide e avventure.
Mi rendo conto di essere più un turista che un alpinista e mai mi definirei tale. Non ho la pretesa di esserlo, non lo sarò mai, probabilmente, perlomeno in termini di scelta di vita. Sicuramente non come chi vi dedica la propria vita, alcune volte completamente, sacrificandola.
Cerco la dimensione verticale per rispondere ad un impulso profondo, e se questa risposta è disarticolata, incoerente, anche spaventata, nondimeno essa è una risposta, è un'azione conseguente alla comprensione del bisogno, pur satura di tutte le mie personali limitazioni e debolezze e paure.
Ad ogni risposta, cioè ad ogni scalata, impresa, avventura, l'impulso invece che essere soddisfatto prorompe impetuoso più forte di prima, spesso durante lo svolgimento della scalata, durante una sosta o l'avvicinamento magari.
Ecco diviene importante trovare nuovi stimoli, nuove sfide, obiettivi, progetti, provando ad alzare il livello, per quanto possano essere semplici ed elementari o arditi e rischiosi. L'impulso che mi muove (e mi permetto di aggiungere, ci muove) è come un pozzo nero profondissimo, incolmabile, insaziabile, totalmente attrattivo e di cui è impossibile scorgere il fondo.
Dentro questo dinamismo senza scopo emerge un egoismo: soddisfare e soddisfarsi sapendo bene che non se ne avrà a sufficienza, che la richiesta tornerà nuovamente e con essa la necessità impellente di rimettersi in moto.
Sembra non esserci la nobiltà tanto blasonata che si racconta.
Eppure il contatto rude, pericoloso, violento con la natura verticale di questo mondo mi migliora, mi rende più sicuro, più deciso, più conscio di me e dei miei limiti e di quanto possano essere superabili.
Allora ciò che mi spinge, quell'impulso che mi porta al rischio, all'egoismo, all'autocelebrazione, è qualcosa di buono?
Cos'è che mi spinge realmente?

E' evidente che non è la scoperta di ciò che ho intorno, di ciò che non conosco del fantasmagorico mondo in cui ho la fortuna di vivere. Non solo e non tanto per questo, forse assolutamente non per questo.
Altrimenti che senso avrebbe ripetere vie diverse sullo stesso monte, magari la stessa parete?
No, nel fondo del pozzo nero c'è l'esplorazione di me stesso. E' il mettermi alla prova su un terreno reale, oggettivo, integralmente non ambiguo, in cui esistono delle regole non scritte ma che non si possono aggirare mai, di cui è possibile conoscere i contorni, netti, definiti, senza che intervengano trucchi o trabocchetti. E' il si passa o si vola declinato in tutte le sue accezioni e nei limiti in cui voglio assumermi un rischio più o meno grande.
E tutto ciò mi mette alla prova e mi permette di scoprirmi come uomo fino in fondo definendomi per ciò che faccio e non per i successi (o i fallimenti) che non sono altro che inutili, che interessano solo le mie personali statistiche. E scopro infatti, ogni volta, che dopo aver lambito e corteggiato i miei limiti, averli lasciati indietro e superati o esserne stato respinto, essi non sono altro che un'autoimposizione, una memoria di ataviche e infantili paure.
Scopro infine che non sono le mie paure, che non vivo dei ricordi del passato o nelle ansie del futuro. Scopro, in quei momenti di adrenalinica passione, che si può vivere completamente il qui ed ora della vita.
Scopro cosa significa essere uomo.

lunedì 4 marzo 2013

Monte Terminillo - Via Brucchietti - 200m - D

Giornata uggiosa e coperta, avvicinamento interminabile (almeno per il Terminillo), neve abbondante ma via in condizioni fantastiche, ghiaccio abbondante e verticalità assicurata. La Brucchietti si rivela la migliore ascensione della stagione, e la più bella salita del Terminillo (per il canalino Nord con la relativa variante d'attacco si vedrà più avanti).