domenica 14 febbraio 2016

Monte Puzzillo - 650m - MS

Uscita da iniziazione, da ultimo minuto utile, da sveglia vacanziera, oppure, se come noi, avete figli da portare a scuola, e comunque voglia di farsi una sgambata in una giornata in cui il meteo sembra impietoso.
Godibile, veloce, comoda e facile, con duecento metri di sciata sotto la vetta veramente meritevoli.

A sinistra il monte Puzzillo con il bel cucchiaio sotto la vetta da sciare. A destra il Cornacchia
Il sabato era cominciato nel segno dell'incertezza: andare in falesia a Ferentillo ad allenarsi o salire a Terminillo per sfruttare quella poca neve che sembrava essere nevicata nei due giorni precedenti? La totale incertezza meteorologica e il fatto di essermi incontrato con Michele nella stessa situazione ci fa prendere la decisione al volo: si va verso Campo Felice.
Così, in men che non si dica, ci troviamo in macchina diretti verso la nota località sciistica. Il mio inaspettato compagno aveva intenzione di salire il monte Orsello, ma, una volta arrivati in loco, lo scarso innevamento e le rocce scoperte ben visibile sul versante che avremmo poi dovuto sciare, ci fanno propendere per il Puzzillo.
Lasciamo l'automobile nel parcheggio dell'albergo Alantino e, dopo esserci vestiti velocemente, partiamo per la nostra destinazione.



Su tracce già marcate attraversiamo l'orizzontale tratto che ci separa dai boschi ai piedi del versante che risaliremo e che sarà lo stesso della discesa. 
La neve è poca, erba e sassi spuntano dal manto, eppure tutti i meteo avevano dato neve. Misteri di questo strano inverno.
In breve arriviamo all'inizio della fascia boscosa, inoltrandoci in una stretta valletta, dove la neve è pesante, ma si viaggia bene comunque e l'ambiente è veramente suggestivo.



Procediamo tra alberi incrostati di neve umida e gelata soffiata contro i tronchi, rami piegati da gocce ghiacciate, nel silenzio rotto solo dallo strusciare delle pelli sulla neve umida.
Senza rendermene conto, seguendo il mio compagno d'escursione e le tracce già lasciate da altri, cominciamo a prendere quota. In breve raggiungiamo un gruppetto di quattro persone che superiamo scoprendo che le tracce non le avevano fatte loro. Ci sarà qualcun altro avanti a noi.
Qualche saluto sbrigativo e continuiamo, lasciandoceli presto alle spalle.



Superiamo una bella e dolce radura, per poi uscire dalla fascia boscosa. La giornata è luminosa, calda (anche fin troppo), e, se sopra di noi il vento soffia forte, ci troviamo in una zona riparata di aria quasi ferma. Sono sudato, ho caldo.
Proseguiamo di buona lena fino ad uscire definitivamente dal bosco. Siamo su un tratto pianeggiante sotto la vetta e il "cucchiaio" che scenderemo con gli sci. Qui il vento comincia a farsi sentire un po'.


Sopra di noi altri tre scialpinisti che ci precedono. Noi tagliamo diverse curve e inversioni fatte da loro e saliamo velocemente, tanto che, in breve, li superiamo. La crestina alla nostra destra, spazzata dal vento è ghiacciata e troviamo qualche lastra antipatica anche sul lato più protetto, ma con un po' di calma si superano agevolmente.



Poco sotto la cima ci fermiamo. Sopra le nostre teste il vento fischia parecchio. Ricaviamo una piazzola per gli sci, li togliamo, mettiamo i gusci. Saliamo gli ultimi metri a piedi: il vento è talmente forte che fatichiamo ad ascoltarci e qualche raffica sembra quasi spostarmi di peso.


Tempo di qualche foto e ce ne torniamo agli sci dove siamo più protetti. Li agganciamo e siampo pronti per la discesa. Il fondo è veramente buono, la neve polverosa e anche una pippa come me riesce a disegnare qualche bella curva. Mi diverto veramente tanto, peccato che il bello finisce presto e ci troviamo poco dopo nel bosco dove la neve pesante rende ogni curva una fatica bestiale.
Alla fine, per evitare di baciare qualche pianta, mi tolgo gli sci e mi avvio a piedi.

 


Gita carina forse ancora più interessante se abbinata al gemello monte Cornacchia. Di facile accesso merita, tutto sommato, una visita.  

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