martedì 17 maggio 2016

Costa della Scogliera - Via Feeling - 100m - VI


Cosa fare quando piove dappertutto? La risposta è abbastanza semplice: cercare con santa pazienza e grande speranza un luogo, monte, sasso, macigno, collinetta pietrosa che sia, in cui l'impietoso meteo che flagello l'italica penisola è meno avverso a noi poveri drogati d'arrampicata, roccia e affini.
Domenica dava buono all'Argentario. Io, Marco e Matteo siamo andati lì, a fare questa simpatica vietta.
Noi e altri cento che hanno affollato la falesia e lo spigolo delle Canne d'Organo.

Consci che in questo bellissimo angolo di Toscana avremmo avuto la (s)fortuna di essere in ampia compagnia, partiamo prestoda Terni per arrivare prima di tutti. Effettivamente siamo i primi a posteggiare di fronte ai secchioni dell'immondizia nell'area recintata di fresco. Il mese scorso era ancora a parcheggio libero, mentre adesso c'è un bel divieto di sosta.
Dividiamo il materiale e di buon passo saliamo il sentiero fino ad arrivare nel settore la Placca della falesia.
Siamo soli soletti e con la giusta calma ci prepariamo alla salita.

Matteo ha attrezzato una sosta all'attacco della via. Non chiedete perchè
Vado sulla sinistra dell'evidente pilastro. Le protezioni sono un po' vecchiotte e non trasmettono tanta affidabilità, cerco di integrare ma ho lasciato i tri-cam a Matteo e ci sono solo dei buchi in cui starebbero benissimo: la seconda protezione è una roba con catenella ossidata e veramente psicologica.
Le difficoltà in ogni caso sono basse e, anche se mi sembra di arrampicare come farebbe Pinocchio, dopo aver passato un paio di clessidre arrivo in vista dei fix inox della via che partiva nel diedro a destra. Così li raggiungo e facilmente arrivo alla sosta.

Partenza di L2
Matteo e Marco non si fanno attendere troppo. Mi prendo anche i tri-cam. Vista la partenza, mi sono detto, sicuramente ne avrò bisogno.
Ovviamente, dopo, non ne ho piazzato neanche uno.
Dopo i primi facili metri si arriva sotto una bella placchetta che offre la possibilità di salire dritti o di andare a sinistra con difficoltà leggermente inferiori. La placca è troppo invitante e a sinistra c'è un po' di verdura così cerco presette e tacche. L'aderenza per i piedi è fenomenale, la roccia compatta e lavorata.
La sosta è poco sopra.



Mi volto a guardare il mare. La giornata è grigia, le nuvole incombono e ci circondano, anche se appena si apre uno spiraglio e il sole fa capolino il caldo si fa sentire.
Recupero i due soci. Marco è entusiasta della qualità della roccia e della bellezza di alcuni passaggi. In fondo abbiamo rubato una giornata al maltempo imperante e anche se la via è corta e con difficoltà relative, noi ci stiamo divertendo, ma soprattutto stiamo scalando.
Intanto si sentono delle voci e la falesia e le vie multi-pitch, in particolare lo spigolo delle Canne d'Organo, cominciano ad affollarsi.

Lo spigolo iniziale di L3
Dalla sosta lo spigolo si fa scalare comodamente sul suo lato sinistro, dove provo ad infilare un tri-cam in qualche buco: dopo un paio di tentativi (e la presenza in cima all'affilata linea che sto scalando di un bel chiodo) mi spazientisco e proseguo.
Un grosso, enorme, sasso che sembra appoggiato lì dal caso ospita un cordone e un cordino che utilizzo, ma con molta perplessità. L'aspetto non pare amichevole ed evito anche di toccarlo per evitare che decida all'improvviso di cambiare posizione.
Arrivo al tratto più bello di tutta la via, una bella placca protetta, verticale e veramente divertente. La scalo, passo le protezioni, arrivo sotto una bella fessura che chiede con insistenza un bel camalot n.1, poi arrivo in sosta.


Purtroppo è stato tutto molto breve, divertente, in parte anche ingaggiante, ma veramente breve!

La partenza dell'ultimo tiro
L'ultimo tiro è su difficoltà inferiori, con qualche sasso e scaglia da non toccare. A parte qualche passetto, in effetti, la faccenda più impegnativa è evitare di prendere in mano bombe mortali, sia per i soci in sosta che per gli ignari rocciatori che stanno nella falesia un centinaio di metri più in basso.
Il tiro è anche un po' erboso (ce li ha tutti i difetti), ma finisce presto su una sosta proprio sul filo dello spigolo.

Da S4
Ben presto Marco e Matteo giungono vicino a me. Ci accomodiamo sul terrazzino che ospita la sosta e cominciamo tutta la trafila delle facili doppie che ci depositeranno a terra sopra la corda di qualcuno, in mezzo ad un folto gruppo di persone.
Dalla solitudine iniziale e dalle rare voci che sentivamo ci siamo ritrovati in mezzo alla ressa.
Non paghi, la via da sola non merita il viaggio fino all'Argentario, con Marco primo di cordata andiamo a ripetere la via dello Scampo. I due soci si terranno la via dello spigolo per un'altra occasione.

Accesso

Giunti a Porto Ercole si prosegue lungo la strada Panoramica, impossibile da mancare. Si prosegue lungamente fino a che non sigiunge in vista della parete, inconfondibile, e vi si arriva sotto. A sinistra uno slargo sterrato permette il parcheggio. Si prosegue lungo la strada asfaltata facendo attenzione ad un "buco" nella vegetazione con il fondo terroso da cui parte l'evidente sentiero che porta verso la falesia. Lungo il sentiero si trovano delle corde fisse che aiutano a salire. Ad un bivio, che presenta a destra un saltino roccioso, si sale quest'ultimo e in breve si giunge al settore "La Placca" della falesia. All'estrema sinistra, dove sale un tiro sportivo con fix inox nuovi in un diedro, Mickey Mouse, è il pilastro. Presenti due vecchie protezioni ravvicinate. (30min circa fino all'attacco)

Materiale

nda, mezze corde, cordini e fettucce, qualche friend medio, utili i tri-cam.

Relazione

L1 - VI- - 20m
Si sale dalla base del pilastro verso sinistra, moschettonando il fix vecchio di sinistra. Si sale sfruttando delle clessidre, una poco evidente, poi, in vista della catena del tiro sportivo Mickey Mouse (che attacca nel diedro di destra formato dal pilastro), si traversa verso i fix nuovi di quest'ultimo fino alla sosta(4 fix, 2 cl., sosta su catena e moschettone a ghiera)

L2 - VI - 30m
Si oltrepassa la sosta verso fix inox nuovi. Si giunge sotto una placca con un fix con piastrina rossa sulla destra. La si affronte dritti sulle protezioni fino alla vicina e ben visibile sosta sosta (4 fix, sosta su catena e fix)

L3 - VI - 25m
Si sale a sinistra di un evidente spigolo in cima al quale è presente un chiodo. Si rimonta lo spigolo sulla destra e ci si dirige verso un grosso masso con un cordone e poco sopra una clessidra con cordino. Giunti sotto una bella placchetta la si sale senza indugi fino alla sosta (2 ch., 2 cl., 2 fix, sosta su catene e fix)

L4 - V+ - 25m
Salire dritti su due nuovi fix inox ben visibili, verso una pancia strapiombante da rimontare sulla sinistra senza avvicinarsi troppo a delle scaglie e lame sulla sinistra. Attenzione a grossi massi instabili. Si giunge infine sullo spigolo, poco sopra la terza sosta della via che lo percorre (2 fix, sosta su catena e fix e vecchio cordone su clessidra)


Discesa

Se non si vuol concludere lo spigolo lungo la via dello spigolo delle Canne d'Organo, con due semplici doppie si ritorna alla base, altrimenti, una volta raggiunta la cima dello spigolo, si imbocca il sempre evidente sentiero che dopo aver percorso lungo la cresta piega a sinistra man mano più ripido e da percorrere con attenzione. Ad una deviazione si prosegue a destra e successivamente si trovano le prime corde fisse che continuano lungo tutto il tratto boscoso fino ad un riusalto roccioso da scendere. Poi ripidamente senza ausili fino alla base da cui si è partiti e da lì si scende fino al parcheggio (40 min fino al parcheggio)

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