Prima ascensione un po' seria dell'anno, con condizioni eccezionali anche se l'innevamento abbondante ha reso tutto decisamente faticoso.
Giornata infrasettimanale assolutamente fantastica. Temperatura piuttosto rigida (intorno ai -10°C), ma senza vento e con cielo terso, limpido e solo verso l'ora di pranzo velato da qualche sporadica nuvola.
Io e Francesco arriviamo tardi a Terminillo, e pur sapendo che la giornata sarebbe stata buona non avremmo mai pensato che potesse essere eccezionale. Purtroppo la strada che conduce al Sebastiani è ancora chiusa e quindi ci tocca scarpinare per oltre tre chilometri a piedi. La passeggiata ci scalda le gambe che torneranno piuttosto utili per il proseguo della giornata.
Sfruttiamo delle tracce lasciate da altri temerari e fortunati come noi che possono permettersi di fare un'uscita infrasettimanale.
Arrivati sotto al Sebastiani puntiamo verso la parete NE del Terminillo che ci guarda invitante. Traversiamo lungamente passando di fronte al Centrale e poi di fronte all'attacco dell'Orsacchiotta. Oltre questo, nascosta sulla sinistra, c'è la rampa iniziale della via che abbiamo scelto per aprire la stagione.
Ci attrezziamo di tutto punto e ci leghiamo in cordata lasciando dieci metri scarsi di corda.
E' quasi mezzogiorno quando attacchiamo il canale.
La neve è a tratti farinosa, a tratti crostosa, nei punti con più pendenza bella compatta e si procede con maggiore facilità.
Dopo aver salito un po' si arriva in corrispondenza di una specie di bivio: si prende sulla destra e si affronta il primo passaggio con pendenza maggiore (60°-65°). Con l'abbondante innevamento e l'assenza di ghiaccio il passaggio è faticoso e delicato perchè si rischia la perdita di presa sia con i ramponi che con le picche e la neve non affre possibilità di proteggere. Cercando in profondità nella neve mi aggancio a qualcosa (non se arbusti o roccia, ma penso qualche roccia) e sentendo buono per il piede destro mi alzo e con qualche passo esco. Poco dopo, sulla destra, realizzo un ancoraggio con la piccozza incastrata in fessura e l'altra infissa nella neve, in modo da poter recuperare Francesco dall'alto.
Continuiamo su mano nevoso piuttosto vario fino ad arrivare ad una sorta di curva verso sinistra delimitata sulla destra da una crestina oltre la quale sale un canalino parallelo.
Qui la neve è tutta d'accumulo e la progressione è faticosa, su pendenze intorno ai 65°-70°, e solo con grande fatica che riesco a scavallare sulla crestina e sfruttarla per uscire dalle pendenze più impegnative.
Da qui in poi le pendenze si addolciscono e proseguende per pendii e qualche roccetta, su fondo spesso buono, con neve spazzata dal vento ed in parte trasformata, si giunge per via intuitiva alla cresta che brevemente porta alla vetta del Terminillo.
Canale piacevole e non eccessivamente impegnativo anche se da affrontare con condizioni del fondo migliori, quindi a stagione più inoltrata o dopo qualche ciclo termico che trasforma la neve. Le difficoltà divengono più tecniche e interesanti, migliorano le possibilità di protezione e quindi anche la tranquillità.
Giornata infrasettimanale assolutamente fantastica. Temperatura piuttosto rigida (intorno ai -10°C), ma senza vento e con cielo terso, limpido e solo verso l'ora di pranzo velato da qualche sporadica nuvola.
Io e Francesco arriviamo tardi a Terminillo, e pur sapendo che la giornata sarebbe stata buona non avremmo mai pensato che potesse essere eccezionale. Purtroppo la strada che conduce al Sebastiani è ancora chiusa e quindi ci tocca scarpinare per oltre tre chilometri a piedi. La passeggiata ci scalda le gambe che torneranno piuttosto utili per il proseguo della giornata.
Sfruttiamo delle tracce lasciate da altri temerari e fortunati come noi che possono permettersi di fare un'uscita infrasettimanale.
Arrivati sotto al Sebastiani puntiamo verso la parete NE del Terminillo che ci guarda invitante. Traversiamo lungamente passando di fronte al Centrale e poi di fronte all'attacco dell'Orsacchiotta. Oltre questo, nascosta sulla sinistra, c'è la rampa iniziale della via che abbiamo scelto per aprire la stagione.
Ci attrezziamo di tutto punto e ci leghiamo in cordata lasciando dieci metri scarsi di corda.
L'attacco nascosto del canale |
Prime lunghezze salite in conserva |
E' quasi mezzogiorno quando attacchiamo il canale.
La neve è a tratti farinosa, a tratti crostosa, nei punti con più pendenza bella compatta e si procede con maggiore facilità.
Sulla destra il piccolo salto con cui prosegue la via |
Subito dopo il primo passaggio |
Continuiamo su mano nevoso piuttosto vario fino ad arrivare ad una sorta di curva verso sinistra delimitata sulla destra da una crestina oltre la quale sale un canalino parallelo.
Qui la neve è tutta d'accumulo e la progressione è faticosa, su pendenze intorno ai 65°-70°, e solo con grande fatica che riesco a scavallare sulla crestina e sfruttarla per uscire dalle pendenze più impegnative.
La crestina nevosa, in corrispondenza delle rocce al centro che delimita il passaggio |
Canale piacevole e non eccessivamente impegnativo anche se da affrontare con condizioni del fondo migliori, quindi a stagione più inoltrata o dopo qualche ciclo termico che trasforma la neve. Le difficoltà divengono più tecniche e interesanti, migliorano le possibilità di protezione e quindi anche la tranquillità.
Materiale: nda, viti da ghiaccio, 2 fittoni
Disl. via: 200m
Disl. tot.: 400m
Durata: 2h
Avvicinamento e rientro: 2h (se la strada è chiusa considerare 30' in più per andata e per ritorno come avvenuto per noi)
Durata: 2h
Avvicinamento e rientro: 2h (se la strada è chiusa considerare 30' in più per andata e per ritorno come avvenuto per noi)
Diff.:AD-
Complimenti anche per il coraggio di affrontare una via che, per le particolari condizioni della neve e l'impossibilità di proteggersi nel passaggio chiave, è stata forse più difficile del previsto. Mi piacerebbe fare qualcosa con voi. Se ti va, contattiamoci in privato su avventurosamente.
RispondiEliminaA presto
Gipsy
Grandissimo Bru!!!Bella Fra!!!!Vi prego però, lasciatemi soltanto fare un appunto....probabilmente inutile visto che ti conosco bene Bru, e in quanto a soste, manovre e sicurezza non ho nulla da insegnarti...la sosta in cui usi la becca della piccozza nella fessura ha un angolo troppo grande!!!Fisicamente parlando, una sosta con angolo di 180° subisce uno sforzo (in seguito a una caduta) teoricamente tendente ad infinito!!!Non me ne volere, ci tengo a voi e volevo dirvelo!!!Se ti capita di notare qualche mio errore simile, ti prego passami il cicchetto!;-p
RispondiEliminaUn abbraccio e a presto!!!!
Bella Daniele, guarda la foto fatta da vicino non rende la prospettiva. L'angolo non é proprio quello ideale ma non é così malvagio come sembra dalla foto. In ogni caso hai fatto benissimo a sottolineare il possibile errore.
EliminaAlla prossima scalata...
Mi sembrava strano infatti avessi toppato!!!Mea culpa!!!Alla prossima Bru!!!
RispondiEliminae' la prima volta che vedo farlo legati
RispondiEliminaGuardalo come un eccesso di zelo.
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