lunedì 17 febbraio 2014

Gelagna - Fessura dei Vesuviani - 110m - 5c


Vista la qualità primaverile che contraddistingue questo inverno avaro di ghiaccio, con Simone decidiamo di andare a scalare un po' di roccia, e la nostra scelta cade su Gelagna. La palestra di roccia presenta vie sportive, molto ben attrezzate e dal comodo avvicinamento, così la nostra scelta cade su la Fessura dei Vesuviani.

L'attacco della via su di un arrotondato pilastrino

La mattinata non comincia proprio bene perchè, come due tonni, invece di spingere i nostri passi per un "comodo stradello", abbiamo preso "l'altro comodo stradello" che si inerpica lungamente alla base di una parete rocciosa ben visibile dal paesino di Gelagna: bene, non è lì che sono le vie.
Quindi dopo aver perso parecchio tempo giungiamo dopo lunghe peregrinazioni alla base della fessura che si individua dal comodo sentiero (sempre in piano!).
Quando siamo pronti un gruppo di nuvoloni scuri e un vento micidiale ci danno il benvenuto alla nostra prima uscita su roccia del 2014. Il vento non ci abbandonerà più.
Il primo tiro è mio. L'attacco non è banalissimo e bisogna sfruttare bene gli appigli per i piedi, ma la via è spittata molto bene, i fix sono in ottime condizioni e nonostante un po' di ruggine (che ho provato a spazzolare in falesia nei giorni passati) il tiro si fa domare senza troppi affanni.
Esco sulla sosta su alberi alla base del boschetto pensile, mi alloggio e recupero Simone che sale rapidamente.
Con qualche attenzione per traccia di sentiero ci accostiamo alla base della placconata di fronte a noi. Una fessura la domina a destra e si chiude con un evidente tetto che è la meta del secondo tiro.
Tocca a Simone che sale con sicurezza e tranquillità nonostante qualche passo un poco più ostico e qualche punto in cui si deve fare affidamento a piccoli giochi di equilibrio.
 
Arrivo in sosta vicino a Simone dopo essermi messo la maglia a manica lunga. Il vento a tratti si fa forte e, seppur non freddo, a stare fermo in sosta rabbrividisco. Ovviamente quando arrivo sul piccolo terrazzino sotto il tetto ho caldo e sarei tentato di spogliarmi, ma non ho voglia di perdere tempo, lo spazio è poco (occupato tutto dal mio compagno) e quindi mi preparo velocemente ad affrontare il bel tetto.

Photo courtesy of Simone
Traverso a sinistra e, giunto sul bordo sinistro dello strapiombo, mi alzo bene e con non troppo sforzo supero il passaggio che si rivela essere ben appigliato e molto piacevole.
Da lì proseguo con gusto verso l'alto sfruttando in qualche occasione il diedro e per il resto rimanendo in placca. Anche in questo tiro la roccia è ottima, a parte qualche zona periferica, ma dove si arrampica gli appigli sono solidi, anche se l'impressione iniziale che ne avevo ricevuto era stata opposta.
Da sinistra: Bove Nord, Croce di Monte Bove, al centro il Bicco
La sosta del terzo tiro è veramente scomoda e Simone si alloggia sull'ultimo spit appena prima della catena (e con un barcaiolo sulla sosta!).

A questo punto manca solo quello che sulla carta dovrebbe essere il tiro chiave. Senza un fiato Simone, cui spetta di diritto il tiro, si prepara e poi parte deciso. Affronta il tettino con grande sicurezza, lo supera agevolmente e prende a far scorrere la corda tra le mie mani in velocità.

Tra me e me penso, tra la rosicata e l'ammirazione, che il tiro se lo è mangiato alla grande, infatti dopo non molto sento la sua voce alla radio che mi dice che è arrivato in sosta e che lo devo calare perchè così posso ripetere il tiro da primo.
Non me lo faccio ripetere due volte, così in men che non si dica Simone è in sosta e io mi preparo per arrampicare.
Sfruttando il diedro sulla destra mi alzo bene (anche troppo) e dopo aver rinviato ritorno sotto lo strapiombo con un paio di passi, sfrutto i buoni appigli per le mani e in poco sono fuori.
Il resto della placconata e facile e tranquilla, fin sotto ad un tettino che decido di passare a sinistra più sotto la verticale del fix, anche se a destra appariva più facile. Questa volta con qualche sforzo in più mi innalzo fuori dallo strapiombo ed in breve, per facili roccette, sono in sosta.
Anche io mi faccio calare e, una volta in sosta, comincia la trafila delle doppie.

Con qualche difficoltà dovuta al forte vento e alla vegetazione che non aiuta e al fatto che la sosta di calata del primo tiro obbliga a rifare al matassa e a scendere con una certa attenzione nel boschetto pensile, dopo circa un'ora siamo alla base, soddisfatti per la bella via (che merita una visita) e in ritardo (come sempre!).

Accesso:  
Da Nord di Ancona: Percorrendo l'autostrada A14 Rimini - Ancona si esce al casello Ancona Nord e si prende la SS 76 in direzione Grotte di Frasassi. A circa dieci chilometri da Fabriano si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Matelica e Camerino. Oltrepassato il paese di Camerino, dopo un paio di tornanti, invece di proseguire per Muccia, si devia a destra per Morro. Ancora una decina di chilometri e una breve deviazione a destra ci conducono a Gelagna Alta (m. 761) dove si lascia l'auto.
Da Roma: Percorrendo l'A1 in direzione Firenze si esce al casello di Orte e si prende in la superstrada in direzione Terni. Si supera Terni proseguendo lungo la SS3 in direzione Foligno. Giunti nei pressi di Foligno si esce in direzione Macerata/Colfiorito. Percorrendo la SS77 si supera Colfiorito, Serravalle di Chienti e andando in direzione Camerino, dopo poco, sulla sinistra si trova un cartello bianco con l'indicazione per la palestra di roccia ed il paese di Gelagna Alta (m. 761) dove si lascia l'auto.
Avvicinamento: dal paesello di Gelagna Alta si percorre il sentiero dei Rocciatori, indicato, dopo aver attraversato il paese per la strada principale. Si continua sul comodo stradello fino ad bivio. Si continua dritti giungendo in breve (circo 20 minuti dal paese) in vista della parete. Poco dopo un'area di sosta recintata parte un sentierino molto ripido che in breve conduce alla base della via. 

Materiale

Nda, corda da 70m. 14 rinvii, qualche fettuccia per allungare le protezioni, un paio di ghiere per fare eventuali moulinette.

Relazione

110m - 5c - S1
L1 - 25m - 5c
Si attacca alla base di un pilastro arrotondato sotto la verticale dell'evidente diedro fessura e del grande tetto d'attacco del terzo tiro. Si sale un placca di roccia avara di appigli, poi per rocce più facili fino in sosta alla base del boschetto pensile (fix, sosta su alberi e catena con maillon)

Collegamento: facendo debita attenzione si risale per un'evidente traccia di sentiero il boschetto fino alla base di una placca evidente . Sulla destra vicino al dietro sono presenti due golfari e al centro la linea degli spit che obliqua verso sinistra.
L2 - 30m - 5c
Si sale obliquando a sinistra, superando una bella placca compatta, poi si prosegue più in verticale per una seconda placca, più facile, fino a giungere in prossimità del tetto dove, sulla sinistra, nascosta da un blocco, si trova la sosta (più in alto a sinistra se ne trova un'altra, forse più comoda, su fix e cordone) (fix, sosta su fix e catena con maillon)

L3 - 30m - 5c
Si traversa decisamente a sinistra fino a giungere al bordo sinistro del tetto chesi supera con bella arrampicata su ottimi appigli. Si prosegue obliquando verso destra per guadagnare il fondo del diedro che si percorre fino a raggiungere, poco sotto un altro tetto, la scomoda sosta. (fix, sosta su fix e catena con maillon)

L4 - 25m - 5b/5b+
Sfrittando il diedro si sale fino al tetto che si supera tenendo leggermente a sinistra le protezioni su buoni appigli. Si prosegue in verticale su una placca molto lavorata fin sotto unsecondo tetto che si può superare sia a destra (attenzione ad eventuali pendoli) che a sinistra (leggermente più faticoso). Si prosegue su minori difficoltà fino in sosta.
(fix, sosta su fix e catena con maillon)

Discesa

In doppia lungo la via. Attenzione alla discesa per il boschetto pensile per guadagnare la S1.


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