martedì 4 giugno 2013

Montagna Spaccata - Via Beatrice - 135m - 5c

L'idea di mettere in fila due vie alla Montagna Spaccata era ben più di una semplice proposta: era nell'aria e Luca non ha dovuto insistere molto per convincermi a calarsi nuovamente dalla via dei camini per attaccare quest'altra bellissima e facile linea che offre scorci veramente stupendi della grotta del Turco. Ci siamo rifocillati un poco, ho lasciato lo scomodo zaino e siamo ripartiti.


Alle 13.15 eravamo pronti all'attacco del primo tiro vero della via. Dalla sosta di calata è necessario traversare facilmente (l'ho fatto con le scarpe) per una quindicina di metri: il passaggio è comunque protetto e si fa agevolmente.
Ci si ritrova su un bel terrazzone in cui comodamente è possibile prepararsi, legarsi e affrontare la via.
Parte per primo Luca anche questa volta ed io faccio sicura accanto a due ragazzi che stanno arrampicando in moulinette i monotiri del settore, in corrispondenza della sosta in mezzo alle tre presenti.


Vado pure. Il tiro presenta una roccia decisamente migliore del primo della via dello spigolo. Le prese non sembrano saponate e comunque è meno sostenuto dell'altro. Un'unico passaggio, sulla placchetta poco prima della sosta, presenta qualche difficoltà in più.
Ci spostiamo senza problemi dalla prima sosta alla seconda: si trova pochi metri più avanti e si può raggiungere senza pericoli anche senza assicurazione. Una volta alloggiati alla sosta (quindi sarebbe S2), in men che non si dica riparto per il secondo tiro che si incunea nella meravigliosa ed affascinante spaccatura tra la scogliera e il pilastro Valerio. 

Il tiro non è particolarmente difficile e offre degli scorci del mare che si aprono di fronte agli occhi all'improvviso: un momento si è concentrati sulla roccia e si vede solo quella ed il momento dopo ci si affaccia sopra il mare.
Arrivo ad un forcellino dove sosto. Da qui parte anche la via che risale il pilastro.
Luca sopraggiunge, anche lui rapito dalle visioni dell'ambiente, e riparte per il tiro che ci porta direttamente nel camino sul fondo del quale si sosta.

La pacchetta iniziale del terzo tiro

Luca in lontananza nel camino che comincia con le spaccate
L'arrampicata in ingresso nel camino consiste in un atto di fiducia nello spaccare con i piedi a destra e sinistra: rimanere sulla placca rende le cose più difficili.
La via prosegue per il quarto tiro con difficoltà inferiori, dapprima lungo il camino che si supera con arrampicata d'altri tempi, sostituzioni e spaccate permettono di assaparorare le tecniche utilizzate dai grandi nomi dell'alpinismo come Comici, Preuss, Dulfer per citarne alcuni. Si passa attraverso un grande buco formato da un masso incastrato e poi si esce sulla sinistra per una paretina che, indifferentemente a destra o a sinistra permette di raggiungere il grande olmo su cui si fa sosta su cordone.

La vista dall'ultima sosta in cima alla via
Finalmente sono fuori, stanco ma estremamente soddisfatto, sono le 15.00 quando Luca arriva alla sosta e siamo stati piuttosto veloci. Avevo sentito parlare molto della via appena percorsa ma non mi ero mai deciso veramente ad andare. La linea è stupenda, la roccia migliore di quella delle altre vie facili (è stata aperta nel 2003), e l'arrampicata facile ma mai banale o noiosa.
L'ambiente poi... beh, l'ambiente è tutto.

Accesso

Per arrivare a Gaeta, per chi viene da nord, sono possibili diverse soluzioni. Chi vuol viaggiare veloce e senza tanto traffico può percorrere l'A1 in direzione Napoli ed uscire a Cassino per poi prendere in direzione di Formia e poi Gaeta. 
Altrimenti si può percorrere la Pontina passando quindi più o meno lungo la costa e attraversando quindi Latina, Terracina, passando sotto le falesia di Sperlonga (occhio agli autovelox).
Arrivati a Gaeta ci si dirige verso il santuario della Montagna Spaccata e si parcheggia di fronte ad un bar in uno parcheggio piccolino. Da lì, a piedi, si va verso il santuario, si entra e si percorre la strada fino ad arrivare al balcone di calata, arrivo anche della via dei camini.

Materiale

Caschetto, imbrago, scarpette, corda singola (min. 70m per le doppie) oppure mezze corde, 12 rinvii, discensore/assicuratore, cordini e moschettoni per le soste.

Relazione

L0 - III - 15m
Dalla sosta d'arrivo delle calate della via dei camini si traversa verso sinistra con facili passaggi fino al grande ripiano roccioso (3 fix, sosta centrale da attrezzare)

L1 - 5c - 30m
Si attacca la paretina dritti puntando poi leggermente a sx, lasciandosi sulla destra delle palme nane e un canalino che divide l'inizio del pilastro dal resto della scogliera (vari fix, sosta su fix da attrezzare). Da questa sosta conviene andare direttamente alla sosta successiva entrando nella spaccatura e verso destra e sostando poi sotto uno spigolo da cui parte L3

L2 - I - 5m
Si traversa a destra in orizzontale fino alla sosta sotto lo spigolo (sosta su fix da attrezzare)

L3 - 4c - 25m
Si risale lo spigolo tenendo la sinistra. Sosta su forcellino da cui parte anche la via del pilastro Valerio (vari fix, sosta da attrezzare)

L4 - 5a - 25m
Si obliqua verso sinistra salendo laplacca iniziale e poi si sfrutta con grande spaccata (esposta) il camino che si percorre per fino a raggiungere un comodo terrazzino dove si sosta (vari fix, cordone su clessidra e clessidre, sosta da attrezzare)

L5 - 4c - 35m
Si prosegue per il camino attraversando un grande buco formato da un masso incastrato e si esce per un diedro. Da qui si può tenere la sinistra o la destra (con difficoltà leggermente più alte) fino all'albero su cui si sosta (vari fix e clessidre, sosta da attrezzare)

Le soste sono numerate diversamente che nella relazione. S1 è la sosta di partenza di L1, d'arrivo di L0. Nello stesso modo si fanno combaciare le altre.
 
 

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