venerdì 10 novembre 2017

Gole della Rossa, Parete Oggioni - I Bivi della Solitudine - 240m - 6b

Tanto di cappello a Daniele Moretti che ha aperto i primi quattro tiri in solitaria e poi con altri compagni questa bellissima via su difficoltà continue e con tiri quasi mai banali.
Battesimo interessante alle Gole della Rossa che ha creato tutti i presupposti per tornarci (prima che faccia troppo freddo)


L'unico neo di questo luogo, e neanche tanto piccolo, è che sotto passa la strada e il traffico si sente e che se si guarda a destra si gode del pessimo spettacolo della cava. 
A sinistra, per contro, la vista è magnifica.

Giunti al parcheggio l'avvicinamento è abbastanza breve, anche se intenso. Si supera la sbarra e poi ci si inerpica, volendo anche a vista verso la base della parete.


Da sotto la vista è interessante. C'è un po' di freddo e tira un vento che ci fa temere per il prosieguo della giornata. In realtà la parete poi ci proteggerà e, anzi, verso le una sentiremo anche parecchio caldo.
Dopo un quarto d'ora arriviamo all'attacco. Siamo in mezzo agli alberi, sulla verticale di una evidente fessura formata da una scaglia: uno spit un pochino alto indica la direzione.



Partono Alessandro e Fabiola. Subito dopo saliamo anche io e Riccardo. Il primo tiro non è difficile, protetto da tre spit e facilmente integrabile in alto lungo la fessura. Giungo ad una comoda sosta dietro un alberello.
Sono già in ansia. Alessandro è impegnato sul secondo tiro che da relazione è quello chiave e non appare banale, anzi, il traverso a sinistra è bello impegnativo.
I primi metri sono abbordabili, è l'uscita dallo spigolo che non è affatto scontata e richiede una certa malizia, che, ovviamente, mi manca, assieme alla giusta pompa. Con un'abile manovra di mungitura esco e guadagno la sosta.


L'attacco di L2

Mi tiro dietro il socio e mi preparo per il terzo, anch'esso simpaticissimo, tiro. Il diedro citato dalle relazioni è appena accennato e la partenza è un calcio nelle palle, mentre il prosieguo è ben più abbordabile ma non scontato. 
In sosta mi faccio ipnotizzare dalla bellezza della gola (la parte sinistra, ovviamente) e pregusto il successivo facile tiro per rilassarmi un po'.
Sono un po' teso. Pensavo che le difficoltà fossero meno sostenute e invece i gradi sono un po' strettini rispetto alle relazioni che abbiamo.
Il quarto tiro esce a destra e poi si infila in un'orgia di roccia rotta e vegetazione per finire su una cengia che si percorre verso destra fino a rimontare su un pulpito dove riparte il quinto tiro.





Dietro me e Riccardo arriva un'altra cordata che proseguirà per andare su Opec 80. La roccia del quinto tiro è abbastanza repulsiva, in particolare all'attacco, un passo boulderoso su roba friabile sprotetto e faticoso.
Per conservare le caviglie e far fruttare la fatica di Alessandro, io e Riccardo ci leghiamo ad una delle mezze dei nostri amici, così faccio salire prima il mio socio e io mi faccio il tiro da secondo.
Il traverso di uscita verso la quinta sosta è delicato e per nulla facile, anzi. Riccardo nel tentativo perde la presa e spendola violentemente battendo la caviglia.
Da buon montanaro non fa un fiato e guadagna la sosta.
Aspetto ancora un pochino che Alessandro parta per il sesto tiro e parto pure io. Tutto il difficile del tiro è concentrato nella partenza molto psycho e nell'uscita molto psycho.




Partenza di L6
Con Riccardo decidiamo di scendere da S5 e lasciare Fabiola e Alessandro a tribolare da soli.
Ci facciamo due lunghissime doppie, la seconda delle quali stupenda, per un bel tratto nel vuoto.
A terra Riccardo scoprirà di essersi fatto abbastanza male, senza conseguenze traumatiche, ma solo dolorose. Insomma una bella botta.





Bella via!


Accesso

Da Roma: si raggiunge Foligno da cui si prende la SS76 in direzione Fabriano. Si supera la cittadina e si prosegue verso Serra S. Quirico dove in corrispondenza della cava si esce si parcheggia subito nei pressi di una casetta prima della sbarra.

Si supera la sbarra e ci si trova già in vista della parete. La strada conduce nei pressi di due enormi massi caduti all'altezza del secondo parte il sentiero di salita all'attacco delle vie.
(15min dal parcheggio)


Materiale

nda,  qualche friend medio-grande, due mezze corde, 12 rinvii

Relazione 

L1 - 5c - 25m
Si sale la placchetta verso la netta fessura in alto, la si guadagna e si scavalla sul terrazzino della sosta (attenzione a qualche sasso mobile) (3 spit, sosta su 2 spit)

L2 - 6b - 30m 
Si sale dritti per poi iniziare ad obliquare a sinistra fino sotto un tettino e si esce dallo spigolo con passo non banale. Si continua più facilmente fino in sosta (8 spit, sosta su 2 spit)

L3 - 6a+ - 25m
Con arrampicata tecnica si sale nel diedro appena accennato e poi si prosegue più facilmente su placca fino alla sosta (6 spit, sosta su 2 spit).

L4 - 5b - 30m
Si esce verso destra oltre uno spigolo e poi verso l'alto in direzione di alcuni cordoni che si intravedono dal basso. Li si raggiunge e poi si traversa a destra su cengia fino a risalire un piccolo pulpito dove si sosta (5 spit, sosta su 2 spit).

L5 - 6b - 35m
Con passo duro e su roccia friabile si parte facendo molta attenzione a guadagnare il primo spit. Una fessurina permette di integrare prima dello spit. Si continua su placca obliquando verso sinistra fino ad arrivare all'altezza della sosta da cui si deve traversare a sinistra con passo delicato. Alternativamente dall'ultimo spit si può pendolare e guadagnare un più facile diedrino che conduce in sosta (8 spit, sosta su 3 spit)
(da qui io e Riccardo ci siamo calati)

L6 - 6a - 25m
Si obliqua a destra per superare un diedro e poi si prosegue a sinistra fino alla sosta sotto l'evidente tetto (sosta su 2 spit)

L7 - 6a+ - 20m
Si sale una fessura e poi si traversa sotto il tetto su prese piatte fino alla sosta all'estrema sinistra dello strapiombo (sosta su 2 spit)
Se ci si vuole calare conviene farlo da qui fino alla S6 e da essa andare a prendere le altre due calate

L8 - 5a - 50m
Si sale un diedro e poi facendo attenzione a blocchi instabili si giunge alla sosta in cima (sosta su 2 spit) E' molto pronunciato il rischio di incastro delle corde da questa sosta


Discesa

In doppia dalla S7 alla S6 e poi con le calate.
Altrimenti a piedi per tracce di sentiero e poi in doppia per le Placche Basse.

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