Una magnifica e bellissima gita per sgranchire la gambe e riprendere un po' di confidenza con le pelli in un novembre insolito, con tanta neve e anche discreta. Un itinerario panoramico, non lungo, remunerativo e con una bella discesa molto frequentata.
Incredibile la vista sulla Est del Corno Grande.
Era praticamente l'equivalente di un delitto mancare la prima, primissima neve dell'anno, soprattutto considerando che è novembre, che è una giornata infrasettimanale e che, soprattutto, la strada che sale a Campo Imperatore è ancora aperta.
Così, senza indugi, partiamo da Terni e ce ne andiamo belli belli sul Gran Sasso a far lavorare le pelli, ma soprattutto i quadricipiti.
Parcheggiamo l'automobile nei pressi degli impianti della Scindarella. La vista è favolosa, indescrivibile. La natura imbiancata riempie gli occhi e rimango incantato ad osservare la bellezza della piana, il contrasto del manto nevoso con il paesaggio autunnale che qualche centinaio di metri a valle domina ancora la scena.
Inutile dire che scalpitiamo, ma riempirsi il naso del profumo della neve è una sensazione da provare.
Oggi sono con Michele: vuole salire al monte Aquila facendo la cresta che sale da Vado di Corno, l'insellatura tra la nostra meta e il Brancastello.
Mettiamo gli sci e prendiamo a scendere leggermente verso le pendici della cresta, poi incolliamo le pelli e iniziamo il lungo traverso.
Dopo aver superato alcuni canaletti, poco prima del vado ce ne andiamo in su, direttamente verso la cresta. La neve in pieno sud è saponosa e si perde facilmente lo sci a valle, fatico e sudo come un somaro.
Le pendenze aumentano, così togliamo gli sci e raggiungiamo la cresta a piedi lungo quello che è un facile e, ahimè, faticosissimo pendio.
Mi sento un barilotto con le gambe.
In compenso mi ripaga la magnificenza di quello che appare non appena esco in cresta.
Prendiamo a percorrere l'ampia cresta che da una parte se ne scende violenta sulla piana e dall'altra cala verso il fondo della valle dell'Inferno (un bell'itinerario di scialpinismo, ma cavolo se impressiona dall'alto).
Ben presto ci accorgiamo che andare con le pelli diventa difficile e in qualche passaggio anche pericoloso. Il fondo è ghiacciato, reso infido dal vento e dal vetrato, le pelli spesso non attaccano bene e anche con i rampanti non è banale proseguire.
Dopo qualche fastidioso saliscendi ci togliamo per la seconda volta gli sci e ci mettiamo i ramponi e continuiamo a piedi.
La giornata ci offre anche la sorpresa di salire qualche dosso un po' scoperto e così, ansimando come un mantice, giungiamo infine in vetta. Mi sento una pippa.
Mi sento anche veramente contento. L'ambiente è spettacolare e godo della nostra solitudine. Non si vede un'anima e non si sente nessuno, il cielo è sereno, non ci sono nuvole e spira una lievissima brezza.
Breve momento di ristoro e poi si prende a scendere.
La sciata è meravigliosa, la neve buona, in alcuni tratti eccezionale, in altri pesante, ma si scende che è una meraviglia.
Andiamo giù velocemente ma non troppo per goderci un po' la discesa.
Mi sento felice.
Con alcune curve e un traverso verso sinistra raggiungiamo infine la strada asfaltata dove ci togliamo gli sci e ci avviamo verso il parcheggio.
Che giornata!
Puro spettacolo |
Era praticamente l'equivalente di un delitto mancare la prima, primissima neve dell'anno, soprattutto considerando che è novembre, che è una giornata infrasettimanale e che, soprattutto, la strada che sale a Campo Imperatore è ancora aperta.
Così, senza indugi, partiamo da Terni e ce ne andiamo belli belli sul Gran Sasso a far lavorare le pelli, ma soprattutto i quadricipiti.
Parcheggiamo l'automobile nei pressi degli impianti della Scindarella. La vista è favolosa, indescrivibile. La natura imbiancata riempie gli occhi e rimango incantato ad osservare la bellezza della piana, il contrasto del manto nevoso con il paesaggio autunnale che qualche centinaio di metri a valle domina ancora la scena.
Inutile dire che scalpitiamo, ma riempirsi il naso del profumo della neve è una sensazione da provare.
Oggi sono con Michele: vuole salire al monte Aquila facendo la cresta che sale da Vado di Corno, l'insellatura tra la nostra meta e il Brancastello.
Mettiamo gli sci e prendiamo a scendere leggermente verso le pendici della cresta, poi incolliamo le pelli e iniziamo il lungo traverso.
Dopo aver superato alcuni canaletti, poco prima del vado ce ne andiamo in su, direttamente verso la cresta. La neve in pieno sud è saponosa e si perde facilmente lo sci a valle, fatico e sudo come un somaro.
Le pendenze aumentano, così togliamo gli sci e raggiungiamo la cresta a piedi lungo quello che è un facile e, ahimè, faticosissimo pendio.
Mi sento un barilotto con le gambe.
In compenso mi ripaga la magnificenza di quello che appare non appena esco in cresta.
Prendiamo a percorrere l'ampia cresta che da una parte se ne scende violenta sulla piana e dall'altra cala verso il fondo della valle dell'Inferno (un bell'itinerario di scialpinismo, ma cavolo se impressiona dall'alto).
Ben presto ci accorgiamo che andare con le pelli diventa difficile e in qualche passaggio anche pericoloso. Il fondo è ghiacciato, reso infido dal vento e dal vetrato, le pelli spesso non attaccano bene e anche con i rampanti non è banale proseguire.
Dopo qualche fastidioso saliscendi ci togliamo per la seconda volta gli sci e ci mettiamo i ramponi e continuiamo a piedi.
La giornata ci offre anche la sorpresa di salire qualche dosso un po' scoperto e così, ansimando come un mantice, giungiamo infine in vetta. Mi sento una pippa.
Mi sento anche veramente contento. L'ambiente è spettacolare e godo della nostra solitudine. Non si vede un'anima e non si sente nessuno, il cielo è sereno, non ci sono nuvole e spira una lievissima brezza.
Breve momento di ristoro e poi si prende a scendere.
Il muretto subito sotto la vetta |
La sciata è meravigliosa, la neve buona, in alcuni tratti eccezionale, in altri pesante, ma si scende che è una meraviglia.
Andiamo giù velocemente ma non troppo per goderci un po' la discesa.
Mi sento felice.
Con alcune curve e un traverso verso sinistra raggiungiamo infine la strada asfaltata dove ci togliamo gli sci e ci avviamo verso il parcheggio.
Che giornata!
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