giovedì 13 settembre 2018

Penna della Rocca - La ravanata del finanziere - 210m - 6a+

Ravanare: cercare disordinatamente, frugando qua e là. Questa è la definizione del termine, e in effetti mi aspettavo, nei tiri alti una bella ravanata. Dato il caldo da bistecchiera noi ci siamo fermati al quinto e scesi con una doppia, ma un po' di ricerca disordinata l'abbiamo fatta, in mezzo ad alberelli, erba e arbusti vari.

Al centro il terrazzino delle doppie dell'Austeri che si vede bene dopo la placca del quinto tiro
Tempo un po' incerto sull'Appennino ci fa virare per una cosa veloce sopra casa. Filippo è d'accordo e con l'occasione viene con il cugino Alessio che a fine giornata marcherà di rosso la calata in doppia per un taglio su una mano, ma niente di grave.
Dopo una buona colazione raggiungiamo l'attacco della via: la scarpinata fino a sotto la parete è sempre da risveglio muscolare shock e la sudata fatta praticamente non mi abbandonerà più.


La fila di spit è abbastanza evidente e così, con calma serafica, mi preparo con tutta la ferraglia del caso per poi rendermi conto che il caffè aveva smosso l'intestino. Un'evacuazione strategica è obbligatoria prima di cominciare ad arrampicare così mi prendo un ulteriore break.
Finalmente vuoto parto per il primo bel tiro.
Non so perchè, ma a Carlo e Lorenzo piacciono questi primi tiri tipo calcio nelle palle, tant'è che, come per la Tommaso-Flavio, questa lunghezza iniziale si rivela delicata per via di un po' di roccette friabili e anche non banale nel passo chiave.
Con qualche sbuffo e giochi d'equilibrio giungo al piccolo terrazzo della prima sosta.


Alla sosta, abbastanza scomoda in tre, Passo la testa della cordata a Filippo che si va a fare così l'altro tiro attrezzato.


Scalare da secondo mi crea sempre un handicap arrampicatorio maggiore di quanto non ne abbia già di mio, e, dopo i primi facili metri, una placchetta che precede un fisico passaggio su un tettino danno il grado. 

Personaggi poco rassicuranti appesi in sosta
Faccio il tiro in silenzio: Filippo ha già ringraziato ampiamente gli apritori che non mi pare il caso di aggiungere altro. In sosta in effetti mi accoglie con espressione perplessa e abbastanza eloquente! Comunque un bel tiretto, ben protetto e concentrato nella sezione dello strapiombo a cui segue un bel diedro che porta infine alla sosta.


Adesso il caldo comincia a farsi sentire. Senza fare un'altra volta cambio di corde lascio anche il terzo tiro a Filippo che procede speditamente nel facile diedro, altrettanto facilmente proteggibile per poi arrivare alla sosta prima del tiro di raccordo.

La sosta da cui parte il tiro di raccordo
Senza perdere ulteriore tempo "cammino" fino alla base della bella placca del quinto tiro: si cammina in mezzo agli arbusti superando facili roccette alle quali è sempre bene dare un paio di occhiate per evitare di tirare giù elettrodomestici vari sulla testa dei soci.


Fatta la sosta e giunti i due compagni, dopo un cambio corde, parto verso la placca che obbliga ad un deciso traverso a sinistra su roccia bellissima e con un paio di passi non proprio scontati.
Da lì è necessario obliquare decisamente a destra per andare a trovare la sosta che si trova praticamente sulla verticale della sosta d'arrivo dell'Austeri.
Mancano tre tiri di II max III e da lì, dove siamo, con una doppia è possibile giungere nel canalone che in discesa conduce alla parte di parete dove attaccano l'Austeri, GEA e Fashion V.
Doppia arboricola, con enorme probabilità di incastro delle corde, sassi instabili e rovi a parare l'atterraggio a terra ci deposita a terra e da lì sul sentiero di rientro.

Via carina, da ripulire con le varie ripetizioni, ottimamente attrezzata, da scalare tenendo presente che l'ambiente non è quello di una falesia nonostante i tiri impegnativi siano chiodati sportivi.
Ovvi i complimenti a Carlo e Lorenzo.

Accesso: Dalla stazione ferroviaria di Terni si procede verso sinistra (guardando la stazione) per prendere il sottopasso sulla sinistra. Si continua fino ad una rotonda e si prende per gli uffici finanziari, in direzione dell'Hotel Garden. Si arriva ad una rotonda prima del cavalcavia e si imbocca la terza uscita. Si prosegue su una strada ad alto scorrimento fino a giungere ad un'altra rotonda di cui si imbocca la seconda uscita che conduce dentro il quartiere di Borgo Rivo. Si svolta a sinistra dopo 450 m in via del Germano, si imbocca via Vivaldi a sinistra dopo 300. Dopo 250 m circa si svolta a destra per imboccare strada della Pietrara per proseguirla fino in fondo facendo attenzione a tenere la sinistra. Si continua a sinistra su strada della Pietrara, lasciando sulla destra vocabolo Madonna dell'Olivo. Si prosegue fino in fondo fino al parcheggio del santuario.
Da lì si prende il sentiero che passa attraverso i fabbricati e lo si prosegue dritto fino ad incontrare sulla sinistra un bollo rosso segnato al termine del muretto di pietra sulla sinistra. Si svolta dentro il bosco e ci si inerpica verso la base della parete che seguendo i bolli e le frecce rosse ben evidenti. Quando si è in prossimità della parete sulla destra si devia seguendo dei radi bolli rossi oppure intuitivamente in mezzo alla boscaglia. L'attacco della via è praticamente tre metri a sinistra dello sperone roccioso che taglia in due la parete, poco a destra della Tommaso-Flavio

Materiale

nda, 12 rinvii, qualche friend o nut per le parti non protette, fettucce e cordini per collegare le soste

Relazione

L1 - 25m - 6a+
Si attacca la bella e articolata placca seguendo le protezioni fino ad un terrazzino erboso dove si sosta (9 spit, sosta su 2 spit da collegare)

L2 - 25m - 5c+
Dalla sosta prima a destra ad uno spit poi in alto per facili rocce in direzione di un tettino che si scavalca con passo atletico. Poi per diedro fino alla scomoda sosta (8 spit, sosta su 2 spit da collegare)

L3 - 30m - IV
Dalla sosta in verticale lungo un diedro fessura che si scavalca per andare poi verso destra fino ad una sosta su di un pulpito (sosta su 2 spit da collegare)

L4 - 20m - II
Tiro di raccordo: si continua su terreno facile poi per delle roccette in direzione di una sempre evidente placca (sosta su 2 spit da collegare)

L5 - 30m - 5c
Si affronta la placca seguendo le tre protezioni in traverso per superarla e giungere ad un terrazzone da cui si obliqua con decisione a destra, per evitare eccessivi attriti delle corde, puntando ad uno sperone con sosta con cordone (3 spit, sosta su 2 spit)
(noi da qui ci siamo calati affacciandoci al versante ovest, quindi totalmente a destra faccia a monte con una doppia da circa 40m)

L6 - 30m - III
Si prosegue lungo lo spigolo fino ad una forcella dove si trova una sosta a spit

L7 - 30m - II
Si continua sulla cresta in direzione di un boschetto sospeso che si supera a sinistra. Attraversato il boschetto si sosta su un albero alla base di alcune placche

L8 - 20m - II
Salire dritti per placche articolate fino ad una clessidra con cordone


Discesa

Dalla sosta del secondo tiro ci si può calare con una doppia di cinquanta metri alla base.
Dalla sosta del quinto tiro si può scendere con una doppia di quaranta metri sul lato ovest della parete a guadagnare un canale che si scende fino a girare lo spigolo a destra arrivando alla base dell'Austeri.
Dalla vetta conviene scendere per roccette verso sinistra in direzione della rocca diruta per giungere alla forcella da cui si può prendere il sentiero che in discesa porta prima in prossimità della falesia e poi al sentiero fatto all'andata.

Nessun commento:

Posta un commento