giovedì 4 settembre 2014

Recensione - K2 l'ultima sfida

Un film di montagna del 1992, nell'era delle GoPro, dei droni con telecamera, delle spedizioni ultra-documentate, fa un po' sorridere. Se spulciamo il web oggi si vedono dei video (e anche dei bellissimi film) su avventure vere, scalate reali, vita vissuta di alpinisti in quota o in parete.
Eppure questo film, a più di vent'anni di distanza possiede un gran fascino.

Rivederlo è stato fare un tuffo nel passato, in quegli imbarazzanti anni 80 che ho visto e in cui sono cresciuto. Le sequenze iniziali della discoteca fanno veramente venire gli incubi, ma durano poco e si possono sopportare.
Devo essere oggettivo e quindi non posso non scrivere che il film è l'esaltazione dello stereotipismo: l'avvocato senza scrupoli e con un solo vero amico, il suo compagno di cordata, uomo tutto lavoro e famiglia se non fosse per la passione per la montagna che lo fa litigare con la moglie (e mi sa non solo lui...), una spedizione finanziata da un miliardario, il capo spedizione invidioso dello scalatore più forte di lui,  una donna alpinista che fa la corcerossina al campo base.
Già così basterebbe. In realtà la sceneggiatura e i dialoghi ci proiettano ancora di più in qualcosa che potrebbe essere stato scritto da un licelae al suo primo esperimento narrativo.
C'è il K2. C'è l'amicizia tra i due protagonisti. C'è la tragedia e c'è, come ci si aspetta da un film così prevedibile, il lieto fine e la redenzione del cinico che salva l'amico.
Eppure il film merita.
Merita perchè le scene di montagna sono molto belle, in particolare quelle su roccia. Merita perchè c'è tanta ingenuità, che potrebbe anche essere chiamata genuinità dei sentimenti, che forse ormai manca un po' dappertutto.
Merita perchè racconta, in fondo, una favola, in cui non può, per definizione, mancare il lieto fine, in cui l'amicizia trionfa, in cui i protagonisti vedono i titoli di coda.
Ecco allora che, forse, riesco a spiegarmi perchè un film che è la fiera dell'ovvio riesce a coinvolgere. Perchè ci riavvicina, senza pretese, a quella fanciullezza in cui tutto era a spigoli vivi, in cui i cattivi perdono e i buoni vincono sempre, in cui il sacrificio paga, in cui "amico" è per tutta la vita, in cui il nero è nero e il bianco è bianco, senza sfumature.
E se ci spogliamo di tutto il cinismo che ci mettiamo indosso tutti i giorni, beh, possiamo anche mettere su il dvd e goderci lo spettacolo.

Nessun commento:

Posta un commento