Un mio amico mi aveva chiesto di fargli fare un'esperienza su roccia che non fosse la semplice falesia. Domenica si prospettava una giornata buona fino a dopo l'ora di pranzo, così decidiamo di andare a Gelagna: vie spittate, soste attrezzatissime, possibilità di andarsene via in doppia quando si vuole e avvicinamento molto breve. All'ultimo si aggrega anche un terzo.
Che volere di più? Che qualcuno arrampichi al posto tuo?
La mia scelta cade su una via breve, abbastanza tranquilla e che ci permetta di divertirci il giusto. Si sarebbe potuto fare anche la via di cresta (la via degli Alpini), ma questa l'avevo cannata qualche mese fa per un temporale che mi aveva fradiciato proprio mentre stavo per attaccare il primo tiro.
Si parte con relativa calma, si fa colazione e quindi i tempi si allungano a dismisura (e questo mi costerà una cazziata dalla mia carissima e dolce, ma neanche tanto, metà).
La via ha un attacco di variante più interessante del III originale, così, dopo aver risalito il boschetto basale ci ritroviamo tutti e tre a prepararci sotto uno spit colorato di azzurro che segna la partenza di questa via.
La roccia non sempre appare solida, ma in realtà lo è abbastanza. Non essendo frequentatissima rimane necessario saggiare gli appigli più invitanti.
L'arrampicata è tranquilla e velocemente sono alla prima sosta su fix e catena vicino ad un piccolo alberello.
Purtroppo le mezze sono da 60m e mi tocca far più fatica a recuperarle che a scalare il tiro. Ben presto i miei due compagni sono in sosta che è piccola per tre persone. Giovanni, senza batter ciglio, si accomoda come uno navigato, senza timore del vuoto. Non male come prima esperienza.
Il secondo tiro, quello chiave, si svolge a sinistra di un bellissimo diedro un po' terroso. Parto superando un bello strapiombetto con buone prese e poi subito dopo traverso a destra.
La relazione dice il contrario e dall'alto offre sicuramente una bella arrampicata in placca, ma il diedro è veramente invitante e obbliga a belle sostituzioni, movimenti che mi sono proprio goduto, cercando l'opposizione giusta e cercando di faticare il meno possibile.
Arrivo nei pressi di un leccio sotto un tetto e trovo la sosta. Mi metto comodo e recupero i miei secondi che senza troppe difficoltà vengono su.
La giornata è piacevole, non è caldo, ma neanche fresco. Di fronte ho un bel tetto chiuso a destra da un interessante diedrino ricco di prese.
Riparto velocemente. Mi diverto moltissimo cercando di capire la migliore sequenza per evitare di tirare come un gorilla. L'arrampicata è tranquilla, le protezione fin troppo ravvicinate (qui proteggere a dadi e friends sarebbe stato uno spasso), le difficoltà assolutamente nelle mie corde.
Supero il tetto e proseguo in parete aperta godendomi il sole sul collo. Arrivo infine ad una cengia detritica dove faccio attenzione a non buttar giù roba che finirebbe in testa ai soci.
Il quarto tiro percorre la placca finale sotto il filo di cresta. Qui arrampicare è veramente divertente. La roccia è lavorata, buon grip, anche se è necessario fare sempre attenzione.
In poco esco in cresta dove trovo una sosta fotonica con anello di calata.
Da qui si potrebbe fare l'ultimo tiro della via degli Alpini, ma ho lasciato il mio zaino all'attacco della via e comunque bisognerebbe fare un bel giretto per tornar giù. Decido di calare i compagni in modo da fargli stendere le corde fino alla S2 e poi scendere in doppia.
Alla fine le mezze tornano utili e con due calate siamo a terra.
Riprendo lo zaino e con calma ce ne torniamo alla macchina.
La giornata è stata divertente, me la sono spassata abbastanza, la via merita una visitina, magari abbinata a qualche altra scalata.
Che volere di più? Che qualcuno arrampichi al posto tuo?
Non si presentano proprio bene... |
La mia scelta cade su una via breve, abbastanza tranquilla e che ci permetta di divertirci il giusto. Si sarebbe potuto fare anche la via di cresta (la via degli Alpini), ma questa l'avevo cannata qualche mese fa per un temporale che mi aveva fradiciato proprio mentre stavo per attaccare il primo tiro.
Si parte con relativa calma, si fa colazione e quindi i tempi si allungano a dismisura (e questo mi costerà una cazziata dalla mia carissima e dolce, ma neanche tanto, metà).
La via ha un attacco di variante più interessante del III originale, così, dopo aver risalito il boschetto basale ci ritroviamo tutti e tre a prepararci sotto uno spit colorato di azzurro che segna la partenza di questa via.
La roccia non sempre appare solida, ma in realtà lo è abbastanza. Non essendo frequentatissima rimane necessario saggiare gli appigli più invitanti.
L'arrampicata è tranquilla e velocemente sono alla prima sosta su fix e catena vicino ad un piccolo alberello.
Dalla S1 |
Purtroppo le mezze sono da 60m e mi tocca far più fatica a recuperarle che a scalare il tiro. Ben presto i miei due compagni sono in sosta che è piccola per tre persone. Giovanni, senza batter ciglio, si accomoda come uno navigato, senza timore del vuoto. Non male come prima esperienza.
Il secondo tiro, quello chiave, si svolge a sinistra di un bellissimo diedro un po' terroso. Parto superando un bello strapiombetto con buone prese e poi subito dopo traverso a destra.
La relazione dice il contrario e dall'alto offre sicuramente una bella arrampicata in placca, ma il diedro è veramente invitante e obbliga a belle sostituzioni, movimenti che mi sono proprio goduto, cercando l'opposizione giusta e cercando di faticare il meno possibile.
Arrivo nei pressi di un leccio sotto un tetto e trovo la sosta. Mi metto comodo e recupero i miei secondi che senza troppe difficoltà vengono su.
Dalla S2 |
Riparto velocemente. Mi diverto moltissimo cercando di capire la migliore sequenza per evitare di tirare come un gorilla. L'arrampicata è tranquilla, le protezione fin troppo ravvicinate (qui proteggere a dadi e friends sarebbe stato uno spasso), le difficoltà assolutamente nelle mie corde.
Supero il tetto e proseguo in parete aperta godendomi il sole sul collo. Arrivo infine ad una cengia detritica dove faccio attenzione a non buttar giù roba che finirebbe in testa ai soci.
Dalla S3 |
L'attacco del quarto tiro |
In poco esco in cresta dove trovo una sosta fotonica con anello di calata.
L'ultimo tiro della via degli Alpini |
Da qui si potrebbe fare l'ultimo tiro della via degli Alpini, ma ho lasciato il mio zaino all'attacco della via e comunque bisognerebbe fare un bel giretto per tornar giù. Decido di calare i compagni in modo da fargli stendere le corde fino alla S2 e poi scendere in doppia.
Alla fine le mezze tornano utili e con due calate siamo a terra.
Riprendo lo zaino e con calma ce ne torniamo alla macchina.
La giornata è stata divertente, me la sono spassata abbastanza, la via merita una visitina, magari abbinata a qualche altra scalata.
Accesso:
Da Nord di Ancona: Percorrendo l'autostrada A14 Rimini - Ancona si esce al casello Ancona
Nord e si prende la SS 76 in direzione Grotte di Frasassi. A circa dieci
chilometri da Fabriano si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per
Matelica e Camerino. Oltrepassato il paese di Camerino, dopo un paio di
tornanti, invece di proseguire per Muccia, si devia a destra per Morro.
Ancora una decina di chilometri e una breve deviazione a destra ci
conducono a Gelagna Alta (m. 761) dove si lascia l'auto.
Da Roma: Percorrendo
l'A1 in direzione Firenze si esce al casello di Orte e si prende in la
superstrada in direzione Terni. Si supera Terni proseguendo lungo la SS3
in direzione Foligno. Giunti nei pressi di Foligno si esce in direzione
Macerata/Colfiorito. Percorrendo la SS77 si supera Colfiorito,
Serravalle di Chienti e andando in direzione Camerino, dopo poco, sulla
sinistra si trova un cartello bianco con l'indicazione per la palestra
di roccia ed il paese di Gelagna Alta (m. 761) dove si lascia l'auto.
Avvicinamento: dal paesello di Gelagna Alta si percorre il sentiero dei Rocciatori, indicato, dopo aver attraversato il paese per la strada principale. Si continua sul comodo stradello fino ad bivio. Si continua dritti giungendo in breve (circo 20 minuti dal paese) in vista della parete. Poco dopo un'area di sosta recintata parte un sentierino molto ripido che in breve conduce alla base della via.
Avvicinamento: dal paesello di Gelagna Alta si percorre il sentiero dei Rocciatori, indicato, dopo aver attraversato il paese per la strada principale. Si continua sul comodo stradello fino ad bivio. Si continua dritti giungendo in breve (circo 20 minuti dal paese) in vista della parete. Poco dopo un'area di sosta recintata parte un sentierino molto ripido che in breve conduce alla base della via.
Materiale
Nda, corda da 70m. 12 rinvii, qualche fettuccia per allungare le protezioni, un paio di ghiere per fare eventuali moulinette.Relazione
100m - 5c - S1
L1 - 25m - 4c/5a
Si attacca nei pressi di un fix con placchetta artigianale colorata di azzurro. Si sale facilmente seguendo le protezioni per poi, guadagnare il diedro a destra, passando a destra di un alberello fino alla sosta (fix, sosta su fix e catena con maillon)
L2 - 25m - 5c
Ci si sposta verso sinistra attaccando uno strapiombetto ben ammanigliato, si risale la placca per poi obliquare a destra guadagnando il diedro che si scala con bella arrampicata tecnica. Si sale fino ad un albero che vigila sotto il tetto di attacco del terzo tiro (fix, sosta su fix e catena con maillon)
L3 - 25m - 5b
Si sale sfruttando il diedro a destra, si supera un leggero strapiombo poi su placca aperta fino alla comoda sosta (fix, sosta su fix e catena
con maillon)
L4 - 25m - 5a
Ancora per bella placca lavorata e abbondante di appigli fino in sosta che si guadagna scavalcando la cresta alla sinistra di alcune piante.
(fix, sosta su fix e catena con anello di calata)
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