venerdì 30 gennaio 2015

Monti della Laga - Condizioni cascate 2015 #1

Ero ASSOLUTAMENTE convinto che avrei trovato le cascate belle formate, e siccome non volevo inerpicarmi fino alla Grande di Gorzano, avevo deciso che si poteva fare la Trecene Bassa e magari quella Alta.
Quindi alzarmi alle 4.30 del mattino non è stato un gran problema.


A parte l'impulso masochistico e cosciente di dover ravanare nella neve per raggiungere la cascata, ero veramente convinto che con le temperature basse registrate ad Amatrice nei giorni passati avrei trovato bel ghiaccio.
Capricchia al nostro arrivo
Così ci inerpichiamo da Capricchia verso il Sacro Cuore e la faccenda da subito si fa faticosa: la strada è piena di neve e si fa una certa fatica a salire. Cerchiamo di procedere con passo spedito, ma la situazione dopo una mezz'ora si fa chiara. Sulla strada ci sono almeno 30cm di neve fresca e inconsistente, nei fossi sarà molta di più e anche pensare di salire a quote più alte non sarebbe salutare, c'è una buona probabilità di beccare qualche svalangata.
Sono però tranquillo di trovare la Trecene ben formata, comunque scalabile.
La fatica è notevole, mi batto la traccia con energia ma in molti punti gli accumuli arrivano a metà coscia e siamo molto rallentati. Giungiamo al Sacro Cuore e dato il notevole innevamento, per un attimo, ho qualche perplessità su dove si trovi il sentiero che entra nel bosco. Lo prendiamo e ci dirigiamo verso le prese di captazione dell'Enel di Selva Grande.
Proseguiamo di buona lena ma lenti: in un paio di punti la neve arrivava fino alla cintola. E' quindi in silenzio e affaticato che sento lo scorrere copioso dell'acqua in fondo al fosso. E mentre un po' di quell'entusiasmo mi si spegne ecco che in fondo al fosso si svela la cascata della Corva.




Sembra abbastanza formata, ma laggiù il torrente si fa sentire e anche se non lo vedo immagino che porti discreta acqua. Sinceramente, tra l'altro, pur avendo letto la relazione non ho ben capito da dove si dovrebbe scendere visto che i versanti del canyon sono belli ripidi e interroti da bei salti rocciosi. Quindi continuiamo verso la nostra meta.



Arriviamo alle prese di captazione e qui inizia la fine degli entusiasmi. L'acqua è tanta e superare il torrentello non è proprio facilissimo. Io finisco a mollo con gli scarponi (tre volte) visto che è pure difficile capire dove mettere i piedi data l'enorme quantità di neve presente. Questo mi fa rendere conto che la Trecene non può essere in condizione: troppa acqua.
Infatti, dopo lungo peregrinare, senza riuscire a raggiungere il piccolo anfiteatro alla base della cascata per l'abbondante presenza d'acqua, sconsolati fotografiamo la cascata (ma non di ghiaccio!).



Non è formata per niente, qualche candeletta, tanta acqua, tanta neve. Mi chiedo più a monte, nonostante le basse temperature dei giorni precedenti, come sia la situazione visto che viene tutta da sopra, e come mai sia così abbondante.
Un po' delusi ce ne torniamo sui nostri passi. Ci rincuoriamo per l'ambiente stupefacente, bellissimo e selvaggio in cui siamo stati immersi e per il proposito, messo in atto, di mangiarci pure una bella amatriciana.
Per quello che posso capire (poco, pochissimo) le condizioni in basso non mi pare ci siano proprio. Forse la Corva, ma mi è sembrata esile e delicata, ma l'acqua nel fosso mi crea qualche perplessità. Inoltre la neve più in alto, esageratamente abbondante (abbiamo impiegato 2h30' per raggiungere la Trecene), rende l'avventurarsi rischioso: beccarsi una slavinata non sarebbe un'ipotesi remota.
Comunque una bella mattinata, un simpatico nuovo compagno di scalate future, un'ottimo piatto di pasta.



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