giovedì 19 febbraio 2015

Monte Bicco - Diretta Maurizi - 200m - AD

Avevo visto le condizioni della parete nord del monte Bicco su un bell'album fotografico dei Lupi della Sibilla e la voglia di tornare su questi meravigliosi monti era salita. Unico dubbio le condizioni della neve. Le previsioni meteo erano troppo appetitose per lasciarsi sfuggire una giornata di sole pieno come questa: anche perchè se si aspettano troppo le condizioni perfette si finisce per non andare mai.

La bella piramide del monte Bicco
Si parte dal piazzale del Felycita relativamente presto. Il percorso d'avvicinamento lo facciamo lungo le piste di Frontignano per poi traversare sotto la parete sud e dopo aver scavallato la cresta ovest accedere alla base del bel versante nord-ovest.




Scegliamo le piste perchè la neve è bella battuta e riusciamo ad arrivare al Cristo delle Nevi in poco tempo (giusto in tempo per l'apertura degli impianti!).
Dopo esserci sistemati i ramponi approcciamo il traverso che si sviluppa su una fantastica neve dura. In qualche punto superiamo placche ventate che fanno un rumoraccio, ma ci sbrighiamo con un bel passo e finalmente giriamo sotto la parete che ci interessa.
Da sotto sembra decisamente più approcciabile di quanto appaia in foto.
Decidiamo di salire sciolti ed eventualmente legarci sotto la fascia di rocce finale prima della cresta.
La via appare abbastanza logica e il canalone che si apre praticamente sotto la verticale della vetta è ben innevato e la neve è abbastanza buona, tranne qualche zona più farinosa ma limitata.






Di fronte a il canale si restringe tra due salti rocciosi. Sulla destra si apre un salto innevato di tre metri, mentre di fronte facili roccette e un traverso danno accesso alla fascia nevosa di metà via.
Con Marco andiamo a destra, mentre Massi decide di salire autonomamente sulle roccette. Sia noi che Massimiliano abbiamo i nostri problemi. La roccia dei Sibillini è famigerata e anche in questo caso conferma la sua fama. La neve sotto il saltino è più inconsistente e costringe ad usare mani e piedi sulle roccette rotte che ai lati che, però, non hanno nella solidità il loropunto di forza.


Marco in uscita dal salto

Massimiliano in traverso sulle roccette
L'arrampicata non sarebbe difficile, ma la precarietà degli appoggi e degli appigli crea una certa tensione. Riesco ad uscire sul pendio sovrastante che offre migliore presa per le picche e mi fermo a guardare i miei due compagni. Massimiliano con delicatezza riesce a traversare anche se con qualche affanno e Marco mi raggiunge poco dopo senza troppi problemi.
Siamo saliti velocemente, non tira un alito di vento e dietro di noi si stende un cielo azzurro quasi doloroso. Siamo all'ombra, ma non è freddo anche se sento le mani un po' fredde.
Dopo una beve pausa guadagnamo una bassa fascia di rocce e poi procediamo in traverso verso destra per superarla.
Giungiamo così sotto quello che è il tratto chiavedella salita. Alla nostra sinistra un canale invitante conduce direttamente in cresta, ma la nostra linea ci porta a superare un salto di facili rocce.




Gli arrivo sotto e trovo uno spit. Purtroppo le condizioni della neve, che impiastra le roccette rotte e instabili e poco affidabili mi mette qualche perplessità. Sembra facile ma l'incognita della tenuta degli appoggi costituisce il vero ingaggio, tutto mentale, del tratto di misto.
Con le becche trovo degli appigli buoni, lascio dei cordini attaccati allo spit per aiutare Marco e Massi, e caricando delicatamente le punte dei ramponi comincio a salire. Punto ad uno sperone che sembra solido un paio di metri sopra la mia testa. Da lì la faccenda si fa più semplice, anche se si staccano diversi sassi ed è assolutamente obbligatorio saggiare ogni singola presa.
Finalmente esco sul pendio nevoso sovrastante duro e rassicurante.
Grido ai miei compagni che cerco un punto in cui fare sosta e cerco un altro spit, sono sicure di trovarlo, sarebbe illogico il contrario.


Mentre cerco Massimiliano parte da solo e dopo poco lo ritrovo fuori dalle difficoltà. Io invece sistemo una specie di sosta e tiro giù la corda a Marco che si lega e si fa recuperare salendo senza patemi e divertendosi, sicuramente più di noi.




Massi sul non facile salto di rocce



Dopo poco giunge anche Marco. Da lì una ventina di metri ci conducono facilmente proprio sulla vetta. Siamo al sole. Non c'è vento. Siamo soli, mentre sotto di noi, a non molto lontani, diversi sciatori percorrono le piste.
L'ambiente solitario che abbiamo vissuto era separato da non più di cinquecento metri in linea d'aria dagli impianti ma solo in vetta mi sono reso conto di quanto fossimo lontani da tutto e tutti.
E' caldo.







Da lì scendiamo verso le piste, un panino e una birra.
Quanto mi piace la montagna!

Avvicinamento: giunti a Visso (MC) si prosegue per Ussita e superato il paese si prende per Frontignano. Si percorre tutta la strada fino ad arrivare ad un ampio parcheggio di fronte all'albergo ristorante Felycita dietro il quale
1. dal parcheggio del Felycita si prende il sentiero sulla sinistra dell'albergo e si percorre lungamente il sentiero che entra nella val di Bove. In vista della parete la si raggiunge per via intuitiva.
2. dal parcheggio del Felycita si prende la seggiovia Selvapiana che conduce alla stazione di monte del Cristo delle Nevi. Da lì si traversa sotto la prete sud e, oltrepassata la cresta ovest si giunge facilmente sotto la linea di salita della parete-

 
Materiale: nda, un paio di fittoni, un paio di chiodi da roccia eventualmente dadi o friend
Disl. via: 200m
Disl. tot.: 800m
Durata: 2h
Avvicinamento e rientro: 2h
Diff.: AD, 45° passi 60°, M3
 
La parete dalla base della cresta ovest

 

5 commenti:

  1. Bella, appena posso la faccio grazie delle foto e delle info e complimenti per questo bel blog
    Roberto

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    1. Grazie a te dell'apprezzamento! Spero di incontrarci di nuovo, saluti!

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  2. Bello vero questo Bicco!
    Mi ci porti? Maledetto ferialista :)

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    1. E lo so che è bello. Io ti ci porterei ma tu te ne vai a Sperlonga, maledetto falesista!

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