Monte Terminillo - Via Chiaretti-Pietrostefani - 250m - PD+

In una giornata di sole magnifica, con i figli sistemati a scuola e a pranzo dagli zii, non c'è niente di meglio che prendere gli sci, le picche (e tante altre robe...) e andarsene a fare un giro al Terminillo per quattro, cinque ore, controllare le condizioni e salire in solitaria la classica delle classiche.

Arrivo con estrema calma al Sebastiani. La strda è sgombra fa abbastanza freddo e la neve è durissima e ghiacciata.
Non mi faccio intimidire. Calzo gli scarponi, metto pelli e rampanti e mi avvio verso la cresta per salire verso il monte Elefante: voglio andare a dare un'occhiata alla nord per vedere se c'è qualcosa di fattibile.

Con gli sci e i rampanti salire non è difficile ma la neve, dove c'è, è farinosa, non trasformata e nasconde infidamente lo strato durissimo che sta sotto. Sciarci non sarà banale, ma non mi lascio intimidire.
Tengo il filo di cresta fino ad arrivare sopra la selletta che permette l'accesso al ripido versante nord di questa simpatica vetta. Mi fermo ad osservare la parete in ombra e per qualche minuto me ne sto lì, da solo, in silenzio, rapito dalla fredda e repulsiva bellezza di quello che ho di fronte.

Nord dell'Elefante un po' dry

Si possono salire diverse linee, ma sicuramente Fiction non è ancora in condizioni ottimali e il salto di metà via è probabilmente scoperto o molto molto tecnico, mentre la Diretta Nord e Profondo Nord sembrano approcciabili.
Bene, ho visto abbastanza. 
Sgancio gli sci, tolgo le pelli, i rampanti, stringo gli scarponi e mi prepare a scendere. 
Il fondo è veramente duro e alla prima curva sento benissimo che le lamine devono lavorare bene altrimenti sono guai. Non mi lascio intimidire.
Scelgo una linea di discesa facile, taglio il pendio verso la destra e curvo ancora, tengo bene. Provo ad infilarne un paio di seguito e alla seconda, come un bambino, invece di spingere mollo l'esterno, e prendo troppa velocità, così parto giù.
Mi si sganciano gli sci, e continuo a scivolare sul sottile strato di neve polverosa scoprendo il duro fondo sottostante.
Faccio fatica a fermarmi. Quando riesco, gli sci sono trenta, quaranta metri sopra di me e io mi devo mettere i ramponi.
Ok, sono intimidito.
Recupero gli sci e scendo a piedi.
Per fortuna che mi sono scelto un pendio facile, aperto, senza nessun ostacolo o salto. Sennò erano dolori!
Giunto al sentiero sottostante rimetto le pelli e mi dirigo di buona lena verso il Terminillo. Obiettivo: la Chiaretti.

Con gli sci vado veloce, molto veloce. Sfilo sotto tutta la parete nord-est del Terminillo e in un'ora arrivo alle Scangive. A piedi di solito ci si impiega questo tempo di buon passo dal Sebastiani.
Mentre passo butto un'occhio alle condizioni delle varie vie che sono abbastanza secche per tutte quante e si vedono gli evidenti segni dei distacchi di lastroni non legati al fondo sottostante.

Che zoccolo!

Sperone a sx del Centrale

Venditelli

Brucchietti, qualcuno si è dato al dry-tooling

Canale che non c'è

Chiaretti-Pietrostefani

La via è parzialmente scoperta, ma diverse persone ci sono passate e comunque dalla sella delle Scangive appare molto più difficile e verticale di quello che è in realtà.
Tolgo gli sci, infilo nello zaino tutto il materiale superfluo, tiro fuori le picche e i ramponi e in un quarto d'ora sono pronto.
Il fondo è duro, durissimo e si sale veramente in velocità, anche se gli sci pesano la parte loro e mi fanno faticare più del solito.

Vado su bene. Progredire è una vera goduria, i ramponi entrano bene, ma non si affonda, anzi, mordono solo le punte e poco più. I salti scoperti sono una goduria e si fanno superare senza grossi problemi, con qualche passo di II.
In più di un'occasione le punte degli sci grattano contro la roccia: non è facile "puntarli".

Anticaglie

 
Viste le botte date con gli sci decido di passare a sinistra e non infilarmi nella strettoia. Ad essere onesti sono a corto di fiato e mi rendo conto che faccio abbastanza fatica, non sono sicuro che sia solo responsabilità degli sci.
Arrivo in cresta, supero i due saltini, facili ma non banali e infine sbuco al sole e in breve arrivo in vetta.

Primo saltino

Traverso

Secondo saltino

Tira un vento gelido. Dò un'occhiata all'ora: per salire la via ho impiegato sessanta minuti spaccati. Forse il fiato corto, allora, non dipende solo da sci e scarsa forma.
Non mi trattengo oltre, entro nel Centrale e dopo qualche metro prendo ritmo e verso la fine scendo in velocità. Appena in piano rimetto gli sci e mi avvio verso la macchina: in quaranta minuti sono al parcheggio del Sebastiani. Non male!

Gran bel giro, divertente, veloce, anche se non ci sono le condizioni per sciare con gusto, comunque averli sotto i piedi permette veramente di fare avvicinamenti e rientri in tempi rapidissimi.
Idea promossa.