Che fare se le previsioni danno pioggia per le 10.30-11.00 e la fame di roccia/ghiaccio/corde/moschettoni/nodi è veramente esagerata?
Andarsene alla parete di casa e cercare di scalare più metri possibili prima che l'acqua ti cacci via. E' esattamente quello che abbiamo fatto noi sabato mattina: sveglia presto e ritirata presto, pranzo a casa!
Quando si sente l'astinenza si fa questo e altro.
Tempo pessimo su Terni |
Questa volta la pioggia ci ha proprio cacciato via a calci. Niente tuoni e fulmini, ma la parete era fradicia e noi con lei: corde, scarpette, quanto avevamo lasciato alla base della via.
Sapendo bene di questo cambiamento metereologico decidiamo di cominciare abbastanza presto (non a sufficienza però, avessimo avuto un'altra mezz'ora...).
Arriviamo verso le 8.00 sotto l'attacco della via. Il cielo è già bello cupo e mentre ci imbraghiamo qualche goccià scende e ci bagna il casco. Massimiliano comincia già a protestare, ma io non mi faccio commuovere e parto.
L'attacco del primo tiro |
Il primo tiro è una bellissima sveglia su roccia compatta all'inizio delicato su placca, niente affatto amichevole. Sono decisamente legnoso e scalo veramente male, ma alla fine riesco a raggiungere una sosta eccezionale, abbastanza comoda.
S1 |
Max sale anche lui con qualche problema, ma mi raggiunge velocemente mentre io già sono preoccupato per quello che mi aspetta sul secondo tiro.
Il secondo tiro è quello chiave. Dopo una rampetta ascendente verso destra c'è un passo duretto sul primo strapiombo che fatico a capire, vuoi perchè sono una pippa, vuoi perchè continua a venir giù un po' d'acqua. Per fortuna la spittatura è piuttosto serrata e permette una notevole sicurezza.
In ogni caso va prestata notevole attenzione a qualche sasso instabile, ma ricordandosi dove si è (non è una falesia) non si presentano grossi problemi.
Dopo il passo chiave il tiro presenta un altro bellissimo strapiombo ammanigliato ma faticoso non c'è male, che una volta superato conduce ad una comodissima sosta.
Quando Max attacca il secondo tiro comincia a venir giù l'acqua in maniera più consistente. Mi infilo il guscio e recupero il socio mentre comincio a riflettere se venir via o provare a continuare. Mi viene da ridere.
Cazzo, siamo sotto l'acqua a cinquanta metri da terra, attaccati ad un paio di tasselli sulla roccia, mentre il resto della città sta facendo colazione o spingendo un carrello verso qualche tristissimo scaffale di un supermercato pensando a cosa mangiare al prossimo pasto neanche le vacche in gabbia, e noi speriamo che il tempo regga per farci fare almeno un altro tiro.
L'attacco del 2° tiro, partenza chiave |
In ogni caso va prestata notevole attenzione a qualche sasso instabile, ma ricordandosi dove si è (non è una falesia) non si presentano grossi problemi.
Dopo il passo chiave il tiro presenta un altro bellissimo strapiombo ammanigliato ma faticoso non c'è male, che una volta superato conduce ad una comodissima sosta.
S2 |
Cazzo, siamo sotto l'acqua a cinquanta metri da terra, attaccati ad un paio di tasselli sulla roccia, mentre il resto della città sta facendo colazione o spingendo un carrello verso qualche tristissimo scaffale di un supermercato pensando a cosa mangiare al prossimo pasto neanche le vacche in gabbia, e noi speriamo che il tempo regga per farci fare almeno un altro tiro.
La roccia comincia a bagnarsi. Max tituba, io lo sprono, e alla fine, anche se piove attacco il terzo facile tiro. Supero dei facili strapiombi poi approdo a dei terrazzini erbosi, infidi e malefici. Mi infango mani e scarpette, cerco di evitare per quanto possibile ma è impossibile non bagnarsi o evitare il terriccio bagnato.
Povere le corde!
Alla fine arrivo ad un'altra comodissima sosta e recupero il povero Max che mi interpella con parole che non posso riportare. Anche a lui, però, viene da ridere. In fondo ci stiamo divertendo.
Tipo i bambini con le pozzanghere di fango.
S3 |
Ormai piove con insistenza. La placca d'attacco sembra scalabile ancora, ma sopra sicuramente è tutto fradicio. Da una parte sono sicuro che non sarebbe un gran problema percorrere il quarto tiro, dall'altra comincia ad avere poco senso continuare.
Parlotto con Max e infine decidiamo di ritirarci: abbiamo un'ottima scusa per tornare a fare questa stupenda via.
Bel tempo... |
L'acqua continua a colare |
Accesso: Dalla stazione ferroviaria di Terni si procede verso sinistra (guardando
la stazione) per prendere il sottopasso sulla sinistra. Si continua
fino ad una rotonda e si prende per gli uffici finanziari, in direzione
dell'Hotel Garden. Si arriva ad una rotonda prima del cavalcavia e si
imbocca la terza uscita. Si prosegue su una strada ad alto scorrimento
fino a giungere ad un'altra rotonda di cui si imbocca la seconda uscita
che conduce dentro il quartiere di Borgo Rivo. Si svolta a sinistra dopo
450 m in via del Germano, si imbocca via Vivaldi a sinistra dopo 300.
Dopo 250 m circa si svolta a destra per imboccare strada della Pietrara
per proseguirla fino in fondo facendo attenzione a tenere la sinistra.
Si continua a sinistra su strada della Pietrara, lasciando sulla destra
vocabolo Madonna dell'Olivo. Si prosegue fino in fondo fino al
parcheggio del santuario.
Da lì si prende il sentiero che passa attraverso i fabbricati e lo si prosegue dritto fino ad incontrare sulla sinistra un bollo rosso segnato al termine del muretto di pietra sulla sinistra. Si svolta dentro il bosco e ci si inerpica verso la base della parete che seguendo i bolli e le frecce rosse ben evidenti. Quando si è in prossimità della parete sulla destra si devia seguendo dei radi bolli bianchi oppure intuitivamente in mezzo alla boscaglia. L'attacco della via è poco prima dell'evidente contrafforte che divide in due la parete, in corrispondenza di un poco evidente bollo e di uno spit in alto.
Da lì si prende il sentiero che passa attraverso i fabbricati e lo si prosegue dritto fino ad incontrare sulla sinistra un bollo rosso segnato al termine del muretto di pietra sulla sinistra. Si svolta dentro il bosco e ci si inerpica verso la base della parete che seguendo i bolli e le frecce rosse ben evidenti. Quando si è in prossimità della parete sulla destra si devia seguendo dei radi bolli bianchi oppure intuitivamente in mezzo alla boscaglia. L'attacco della via è poco prima dell'evidente contrafforte che divide in due la parete, in corrispondenza di un poco evidente bollo e di uno spit in alto.
Materiale
nda, 14 rinvii, eventualmente qualche fettuccia/cordinoRelazione
110m - 6b (6a obbl.) S1
L1 - 25m - 6a
Si attacca dritti in direzione del primo spit a circa due metri e mezzo da terra, si sale la placca con passi delicati seguendo le protezioni e poi si obliqua a destra (8 fix, sosta 2 spit e cordini)
L2 - 30m - 6b
Si obliqua a destra lungo una rampetta, si sale poi in verticale un primo strapiombo, passo chiave spittato corto, si approda ad un buon riposo prima di un secondo strapiombo ammaigliato ma faticoso che conduce con passo poi delicato in sosta (12 spit, sosta su 2 spit e cordini)
L3 - 30m - 5b
Si salgono verticalmente dei facili strapiombi fino a terreno più facile intervallato da terrazzini erbosi fino alla sosta (2 spit, sosta su 1 spit e clessidra con cordone) (da qui ci siamo calati)
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