giovedì 13 giugno 2013

Recensione - North Face - Una storia vera

La nord dell'Eiger. L'ultimo problema irrisolto delle Alpi, ancora oggi un nome che suscita rispetto e paura, una parete che rappresenta un'impresa alpinistica importante, pericolosa, difficile.
Questo film non racconta la conquista di questa famigerata, e non a torto, impressionante parete, ma la tragedaia che coinvolse nel 1936 quattro alpinisti due tedeschi e due austriaci che correvano letteralmente per essere i primi a violarla.

Protagonisti della vicenda narrata sono Toni Kurz e Andreas Hinterstoisser, che negli anni trenta avevano effettuato numerosi ascensioni, tra cui molte prime, sulle Alpi. I due, affiatati e competenti, nel 1936 decidono di affrontare la prima assoluta della nord dell'Eiger, l'equivalente dell'impossibile al tempo, tanto che venne messa in palio anche la medaglia d'oro olimpica come onore ulteriore a chi fosse riuscito nell'impresa.
Nonostante l'iniziale titubanza di Kurz, i due decidono di mettersi in gioco contro la morte e arrivano al campo sottostante la temibile parete nord. Da qui il film racconta bene (fin quasi al tragico epilogo) i fatti e gli avvenimenti accaduti in quei giorni del '36.
Il film è molto ben miscelato, contenendo anche elementi lievi e umoristici portati avanti dal personaggio Hinterstoisser, ma senza farlo apparire grottesco o ridicolo. In particolare è la ricostruzione storica delle attrezzature, del modo di scalare, dell'abbigliamento che è dettagliata, curata, permettendo alla storia di essere non solo verosimile ma credibile e godibile.
Sicuramente le immagini della parete nord dell'Eiger, da sole, trasmettono un notevole pathos: nella scena in cui Luise, giornalista e spasimante di Toni Kurz, si affaccia dal balcone della Eigerwand le immagini della vista sono impressionanti.
I minuti finali del film, in cui si consuma la tragedia, la morte di Hinterstoisser, Rainer e Angerer a causa di una valanga, e quella per sfinimento di Kurz, impossibilitato a scendere e ad essere recuperato dai soccorsi, sono toccanti. Cresce una certa inquietudine, ansia per il destino di Kurz, anche se sappiamo perfettamente cosa accadrà.
E, nonostante le scene finali contengano qualcosa di assolutamente insensato, il film, forse proprio per le esigenze che tale strumento narrativo possiede intrinsecamente, non ne perde, la vicenda non ne viene sminuita, la portata del dramma, pur non guadagnando nulla, non perde quella spinta che il racconto fino a quel punto aveva impresso.
Un film da non mancare.

2 commenti:

  1. Film eccezionale. da vedere .

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  2. la spasimante di Toni Kurtz si affaccia dallo Stollenlock sulla wand (parete) nord ma non dalla finestra della Eigerwand (stazione del treno)...solo per precisare

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