Mettete insieme un grandissimo climber britannico, un'idea folle a pensarla, una squadra d'eccezione e un colosso che si erge nell'isola di Baffin a quattro giorni di cammino a piedi dal primo insediamento umano
Lo chef del film è Alastair Lee, grande regista di film del genere e il risultato è decisamente appetibile.
Il film parte lentamente, con le immagini della preparazione alla spedizione, anche se, per chi è patito di montagna e scalate, le performance riprese fanno davvero impressione, in particolare il volo dal monte Brento con la tuta alare per allenarsi e fare pratica.
Dal momento dell'arrivo in agosto alla base del monte, raggiunto ovviamente col paracadute lanciati da un aereo, l'azione si fa più frenetica, più adrenalinica: le immagini delle scariche dei sassi dalle pareti rendono bene l'idea della pericolosità della situazione. Diviene difficile anche attrezzare il campo alto per poter lanciare l'assalto alla parete.
Lee riesce a riprendere i momenti di sconforto, la tensione ed il timore di non riuscire, la frustrazione di non riuscire a passare, ma anche le battute e gli scherzi, così come l'affiatamento di una buona squadra.
Il film, grazie all'abilità del regista, all'umorismo tutto britannico di Houlding e alle spettacolari sequenze dei tentativi di libera in condizioni meteorologiche estreme e alla maestosità dell'ambiente è da non perdere per nessun motivo.
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