venerdì 9 agosto 2013

Corno Piccolo - Via dei Triestini - 100m - V+

Alzarsi presto e osservare il sole che infiamma la parete Est del Corno Piccolo è qualcosa di entusiasmante e bellissimo. Farlo per poi andare a scalare il Campanile Livia rende tutto un po' più speciale e elettrizzante.
Inizia così il nostro secondo giorno, al Franchetti, con tanta roccia intorno da fare indigestione e tanta voglia di arrampicare.

La parete Est. A destra il Monolito che sorregge la vetta del Corno Piccolo

Per il nostro secondo giorno di Gran Sasso abbiamo scelto questa corta via, sono solo tre tiri, con un inizio ingaggiante e di non facile lettura, ma dall'avvicinamento brevissimo e dalla facile discesa (anche più facile di quello che pensavo).
Comunque ci dirigiamo, appena fatta colazione, verso la sella dei due Corni e in poco più di un quarto d'ora siamo nei pressi dell'attacco della via: un'inconfondibile e nettissima fessura leggermente strapiombante.

L'attacco della via in corrispondenza della netta fessura
Sono teso, al Franchetti ci hanno confermato che l'attacco non è esattamente un quinto e che è piuttosto faticoso. Sono però ancora di più invogliato a salire la via, proprio perchè è più difficile di quello che ho fatto finora, così cerco degli appigli buoni, punto i piedi e mi isso in modo da poter piazzare le prime protezioni.
La fessura è faticosa, da fare un po' fuori e un po' dentro, si protegge meravigliosamente e da sotto si intravede un cordone che poi userò per passare una rinviata. In alcuni passaggi costringe a stare fuori perchè troppo stretta, mentre in altri è possibile incastrarsi e liberare entrambe le mani.


Sento parecchia adrenalina, il tiro è molto più duro di quello che pensavo, ma non è irresistibile, costringe a fare un po' di dulfer a muoversi, a incastrare mani e piedi e poi, finalmente, arrivo alla sosta intermedia, quella da cui parte dritto in verticale la diretta Consiglio.
Non penso neanche a continuare, ho il fiatone. Mi alloggio sulla sosta e recupero Simone che con poco sale i circa venti metri che ho fatto.
Le difficoltà sarebbero finite, adesso ci aspettano tiri di terzo e quarto e questo mi rilassa.
Simone si prepara e piega verso destra sulla facile rampa che, dopo aver oltrapassato uno spigoletto, porta sino alla sosta. Mentre va su però, qualcosa si inceppa e nonostante sia un breve tiro di quarto si blocca e disarrampica fino alla sosta.


Indeciso, combattuto tra calarsi e continuare, tergiversiamo per un po', poi mi decido e faccio il tiro che è tranquillo, proteggibile e anche leggermente esposto nell'uscire dallo spigolo.
La sosta è a prova di bomba e permette una calata. Simone arriva e poco dopo decidiamo di continuare, farò io anche il terzo tiro, sperando che lui si sblocchi: non mi va di tirare tutta la via.

La sosta del secondo tiro
L'uscita del secondo tiro
Il tiro è tranquillo e si lascia domare senza particolari patemi: in un quarto d'ora e poco più sono alloggiato in sosta pronto a recuperare il mio compagno. A questo punto sprono Simone che si lascia convincere e con decisione attacca il terzo ed ultimo tiro, vira a sinistra e percorre una bella fessura che mi farà faticare.
Lui va su con grande scioltezza, stando bene fuori, proteggendo con calma e senza apparenti affanni. Tutta la tensione di poco prima è sparita ed in breve è in sosta.



Noi ci siamo fermati ad una sosta intermedia, praticamente una quindicina di metri sotto la fine della via vera e propria, ingannati dalla bellissima catena con anello di calata, ma poco male, abbiamo arrampicato e ci siamo divertiti quindi va bene così.


La via merita, la roccia è eccezionale, sempre proteggibile con diversi chiodi dove servono. Si arrampica in un bellissimo ambiente anche se, e questo non è detto che sia un difetto, si è continuamente disturbati dal vocìo degli escursionisti che, numerosi, affollano questi stupendi angoli d'Italia.

Materiale

nda, friend medi, cordini e fettucce per allungare e qualche nut

Relazione

L'attacco si raggiunge una volta scavallata la sella dei Due Corni (provenendo dal Franchetti) e scendendo brevemente fino all'evidente fessura sulla sinistra di una specie di piccola cavità
L1 - 20m - V+
Si sale lungo la fessura faticosamente fino ad un comodo terrazzino dove si può sostare (1 ch., 1 fettuccia su mass incastrato, 1 cordone, sosta su 2 ch.) Volendo L1 ed L2 si possono concatenare ponendo attenzione all'attrito delle corde
L2 - 20m - IV-
Si piega decisamente a destra lungo una rampa inclinata che oltrepassa uno spigolo fino ad una sosta (1 ch. instabile, sosta su 2 spit con catena e anello di calata)
L3 - 30m - IV
Si sale verso sinistra oltrepassando lo spigoletto per andare a prendere un diedro-camino fino ad un terrazzino dove si sosta (2 ch., sosta su 2 spit con catena e anello di calata)
L4 - 30m - IV+
Dalla sosta si sale obliquando a sinistra per prendere una bella fessura, si prosegue incontrando una sosta di calata, e poi sempre lungo la fessura in cui sono visibili i chiodi, fino alla fine, dove si sosta (2 ch., sosta su 2 spit con catena e anello di calata) 


Discesa

Dall'ultima sosta è possibile con una doppia da una quindicina di metri calarsi alla sosta intermedia dell'ultimo tiro e poi con una da 50-55m calarsi fino a terra parallelamente al canalino che è percorso dalla via Normale al Campanile Livia. 

Nessun commento:

Posta un commento