domenica 29 dicembre 2013

Fosso di Gorzano - Cascata di Destra - 25m - II+, 3

Andare a scalare cascate di ghiaccio in Appennino richiede, a chi decide di intraprendere questa stramba attività, due caratteristiche senza le quali è meglio lasciar perdere subito: un'intensa passione per il ghiaccio e la piolet-traction e una generosa dose di autolesionismo, meglio ancora se è perverso masochismo.



Sapendo che le cascate più vicine non erano formate abbiamo deciso fin da subito di dirigerci alla grande di Gorzano o a quella di Destra, non senza qualche perplessità dovuta alla recente nevicata del 25 dicembre.

Si arriva a Capricchia intorno alle 8.00 e lasciamo l'auto circa 1,5 km dopo il paese: la strada verso il Sacro Cuore è interrotta dalla neve. Ci tocca scarpinare non poco per arrivare nel fosso di Gorzano e il percorso ci è sconosciuto, ma è ben segnato, infatti si segue il sentiero che sale alla vetta del monte Gorzano, quindi non difficile da seguire.

La giornata è assolutamente splendida, ma il sole lo vedremo solo nel pomeriggio.



Abbiamo con noi anche le ciaspole, nel caso che sul sentiero la neve sia parecchia, ma non ci serviranno per fortuna.
Procediamo  spediti, la neve non è molto alta e abbastanza dura tranne che nelle zone d'accumulo, per cui riusciamo ad essere veloci, anche se ci fermiamo spesso per capire se abbiamo imboccato la giusta deviazione. In realtà arrivare al fosso è relativamente facile, l'unico punto più complicato è proprio alla fine, quando si abbandona il sentiero per scendere verso il fosso.

(ph. Simone A.)

Il punto in cui il fosso di Gorzano cambia direzione:
non è facile accorgersene dal sentiero in mezzo al bosco
Alla fine impieghiamo comunque due ore a raggiungere la nostra meta, ma il tempo impiegato non è stato speso inutilmente, in fondo una delle bellezze dell'alpinismo o delle discipline che vi ruotano attorno è proprio la possibilità di entrare in contatto intimo con una natura meravigliosa.
I monti della Laga sono imponenti, affascinanti e selvaggi e, a mio parere, non hanno nulla da invidiare ad altre zone più blasonate o turistiche.
Rimane l'handicap che per trovare una cascata formata è necessario arrancare nella neve in mezzo ai boschi per oltre due ore (non tutti possiamo permetterci la Val Daone o Sottoguda...).


Il fosso di Gorzano è di una bellezza mozzafiato, una profonda ed incassata valletta che si perde sotto dei canali che sembrano invitarci a salirli verso le creste che poi portano alla vetta del monte omonimo. Oggi però abbiamo altri programmi.
Attacchiamo la cascata che si erge al di sopra di uno scivolo nevoso che ha da poco scaricato: troviamo alla sua base infatti i resti di una piccola slavinata. Il fondo dello scivolo è bello compattato e si sale che è una meraviglia.



Purtroppo la recente nevicata ha imbiancato anche i salti ghiacciati e sarò costretto ad una sistematica opera di pulitura per poter piantare le viti e progredire.
Attacco con entusiasmo ma non senza tensione. Le temperature non sono state proprio basse in questi ultimi giorni e non ho idea dello spessore del ghiaccio che troverò, anche avendo viti di diverse misure, spero di poter usare anche quelle più lunghe.
Mi sento abbastanza impacciato all'inizio, dove affronto il primo salto abbastanza verticale con un'uscita sullo scivolo abbastanza panciuta. Non credo di essere stato un'esempio di leggiadria o estetica, ma a parte l'Orsacchiotta al Terminillo di quasi un mese fa, questa è la prima uscita invernale della stagione e la prima in assoluta ingaggiante, quindi un po' di ruggine ci sta.

(ph. Simone A.)

Mi tengo un po' troppo sulla sinistra e affronto il secondo salto in una zona meno pendente ma con ghiaccio decisamente più sottile. Qualche lastra si stacca rivelando la roccia sottostante.
Il freddo alle mani è scoraggiante, ma mi consolo pensando alla "ribollita" che avrò non appena arrivato alla sosta.
Infine esco dalle difficoltà e mi porto verso l'albero, ben evidente, dove trovo una matassa di cordoni e cordini con una maglia rapida.
Passo un moschettone a ghiera per permettere la moulinette al mio compagno e mi calo in doppia.



Simone farà in moulinette il tiro da secondo, non senza qualche difficoltà dovuta alla corda che lo tirava verso destra (e ad una affascinante scelta vintage dell'attrezzatura che lo fanno entrare di diritto nel club dei masochisti). Nel frattempo mi gelo mentre faccio sicura e le mani, seppur guantate, faticano a tenere la corda.
Quando Simone mi urla di liberare la corda lo ringrazio mentalmente e mi infilo le mani dentro le tasche di gran corsa.

Il fosso di Gorzano dalla sosta della cascata (ph. Simone A.)
La mia idea iniziale di accoppiare la Grande di Gorzano è da rimandare per via dell'orario. Quando il mio compagno torna alla base del salto sono quasi le due e decidiamo quindi di andar via. In fondo come prima uscita su ghiaccio dell'anno va bene così e farsi il sentiero nel bosco con il crepuscolo non mi attira per niente.




La cascata si è presentata in condizioni magnifiche, lo spessore e la consistenza del ghiaccio, tranne alcuni brevi tratti vetrati, molto buoni (ho usato viti da 19 senza problemi), la giornata seppur lunga è stata soddisfacente la bellezza incontaminata dei luoghi che non conoscevo e che meritano, senza alcun dubbio, ulteriori visite, mi ha stregato e reso decisamente felice.

Avvicinamento: da Amatrice si prosegue verso Campotosto. Giunti al cartello stradale si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Capricchia. Dopo alcune svolte si arriva finalmente al paesino. Prestando la dovuta attenzione si individua una stradina sulla destra con l'indicazione del Sacro Cuore e del Monte Gorzano. Si imbocca la strada (se possibile, chiusa con molto innevamento) e la si percorre fino ad un evidente slargo su fondo asfaltato ma decisamente sconnesso. In ogni caso, si giunge in prossimità della chiesetta e da lì si segue il largo sentiero che si infila subito nel bel bosco. Dopo poco si individua un bivio sulla destra ben segnalato e lo si segue fino ad un altro bivio con in discreta evidenza due segnali (coperti se con molto innevamento, prestare attenzione): sulla sinistra si prosegue per la Trecene Bassa, mentre sulla destra, inerpicandosi in una specie di valletta inclinata si va verso il monte Gorzano. Si prende quest'ultima e si seguono lungamente i bolli bianchi e rossi, fino ad un altro bivio molto ben segnalato: anche qui prendere a destra. Dopo essere usciti su un tratto libero da alberi (sorgente Piani di Fonte) e pianeggiante è necessario prestare attenzione all'andamento del fosso sulla sinistra. Dopo essersi inerpicati ulteriormente nel bosco quando il fosso alla sinistra cambia direzione si abbandona il sentiero (probabili tracce di altri cascatisti) e ci si immette in leggera discesa verso quest'ultimo. La cascata è evidente di fronte una volta guadagnato il fondo del fosso.


Materiale nda, 8-10 viti da ghiaccio medie (16-19, qualcuna corta), eventualmente cordino da abbandono e maglia rapida per sostituire la sosta sull'abero
Disl. via: 25m
Durata: 1h
Avvicinamento e rientro: 1h30' dal Sacro Cuore, 2h da Capricchia
Diff.: II+/3

1 commento:

  1. complimenti Bruno.....ora sono "pronto"!!!! .....non vedo l' ora di andarci anche io :) :) :)

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