domenica 12 gennaio 2014

Monte Terminillo - Canalino Lamberto - 200m - D-

Il misto al Terminillo è sempre un ingaggio mentale perché, quando si staccano sassi al solo passaggio della mano sulla roccia, andare a caricare gli appoggi con tutto il peso o fidarsi di una protezione diventa una scommessa. Aldilà di questo il canalino che abbiamo percorso si è rivelato veramente divertente, ottima palestra per esercitarsi sul misto.

Siamo partiti presto per evitare affollamenti vari come poi effettivamente è stato: in vetta poco dopo di noi saranno arrivate almeno una trentina di persone, di cui molte che conoscevo.
Volevo provare a salire questo canale da un po' di tempo. Il mio amico Francesco lo aveva percorso un paio di anni fa in condizioni di ghiaccio magro e mi aveva parlato di una sezione di misto un po' impegnativa, solleticando inevitabilmente la mia vena agonistica.
L'unica incognita della giornata era il collegamento tra la lingua nevosa e il pendio sottostante, senza la quale avremmo dovuto valutare l'opportunità di salire su roccia o dirottarci su altre mete.

Le condizioni "magre" del Terminillo
Fortunatamente il collegamento c'è e così ci dirigiamo con passo lesto verso il nostro obiettivo. Siamo in quattro e l'idea è di formare due cordate, opportunità scartata successivamente, quindi saliamo tutti insieme.
Giunti sotto il canalone Centrale ci armiamo di tutto punto. Come al solito mentre metto addosso friends, nuts, chiodi, diversi chilometri di fettucce e ammennicoli vari, mi chiedo se tutto questo materiale servirà, ma la mancanza di informazioni sulle difficoltà e sulle effettive condizioni mi fanno propendere per munirmi di tutto quello che potrebbe servirmi.


La giornata è molto bella e le poche, innocue velature tingono il cielo di sfumature pastello delicate e bellissime, siamo soli (anche se per poco ancora) e vogliosi di tuffarci in questa esperienza.
Senza legarci attacchiamo il pendio che sale il canalone Centrale superando lo sperone che alla destra di salita nasconde la Brucchietti, per abbandonarlo quando troviamo una lingua nevosa che sale a destra e che ci porta sullo scivolo della nostra via.



Continuiamo a salire slegati fin sotto al tratto chiave su pendenze intorno ai 50°-55°. La neve in parte crostosa permette un ottimo gradinamento e una progressione tranquilla e sicura. Giungiamo infine sotto un chiodo con anello molto alto cui è attaccato un rinvio e una fettuccia: proprio sotto attrezzo una sosta su uno spuntone e su nut e ci disponiamo per legarci.



Una volta pronto attacco la sezione che si rivela subito un bel misto incrostato di neve inconsistente a sinistra e roccia friabile a destra. La pendenza aumenta immediatamente e con le picche non è sempre facile trovare buona presa anche se, per fortuna, vicino alla roccia è possibile compattare con i piedi la neve e creare degli instabili gradini.
Salgo con delicatezza, non tanto per le difficoltà tecniche, quanto per l'impossibilità di capire su cosa hanno fatto presa i ramponi. La paretina di roccia a destra offre diverse occasioni per proteggere fino a che non arrivo proprio sotto il passo chiave, quattro metri leggermente aggettanti.
Per serenità mia e dei miei compagni piazzo un chiodo (tolto) e un nut. Mi sento tranquillo e così salgo fino ad un fessurone che sfrutto con la mano destra, mentre a sinistra uso la picca.
Cerco un punto dove caricare con il piede sinistro, mi sporgo oltre la roccia verso sinistra e fidandomi della presa delle piccozze salgo, fino ad uscire completamente, sfruttando come in un diedro, la roccia alla mia destra.
Da lì sono praticamente fuori dalle difficoltà e salgo fino a trovare un buon punto per attrezzare una sosta sicura.

Appena prima del passo chiave

In uscita dalle difficoltà


Recupero così Marco che porta su una seconda corda per Massimiliano e infine arriva Simone che smonta tutte le protezioni piazzate.



Arrivati tutti ci sleghiamo e rifacciamo le bambole. Da lì si sale l'ultimo tratto di pendio per arrivare su una punta che, con una discesa di 4-5 metri porta sulla selletta che divide l'uscita della variante bassa dell'Orsacchiotta dal canale centrale. La discesa è un pochino delicata perché la neve è abbastanza farinosa e offre poca presa per le piccozze, ma si scende agevolmente ed in breve sono giù.


Come sempre da sotto la verticalità si perde. La posizione della sella è tale che scendendo ci si trova appesi tra i due canali con una forte sensazione di esposizione.
Procedo velocemente per l'ultimo tratto del Centrale ed infine sono in vetta. Di lì a poco ci ritroviamo tutti e quattro, circondati da una folla che neanche il sabato al centro commerciale, ma in fondo è il Terminillo e va bene così.
In breve scendiamo giù: ci attendono il Sebastiani e un paio di birre.

Materiale: nda, friends medio-piccoli, set di nuts, un paio di chiodi da roccia (se con ghiaccio anche 3-4 viti da ghiaccio medio corte)
Disl. via: 200m
Disl. tot.: 400m
Durata: 2h
Avvicinamento e rientro: 2h
Diff.: D-, II, M4 (opp. 2 se con ghiaccio abbondante)


4 commenti:

  1. Ottimo canalino...come solito mi hai stupito nel passaggio chiave.....in quelle condizioni non era per nulla scontato l' ottimo risultato raggiunto!!!

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  2. Ue Bruno ancora non ho capito che via è...ma che è il Brucchietti? la goulotte di attacco l'avete quindi bypassata??
    comunque bravi! ciao emanuele

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    1. No, non è il Brucchietti. Il Brucchietti è a destra dello sperone che delimita lo scivolo nevoso che abbiamo percorso. Con il Brucchietti si ricongiunge all'uscita del secondo salto.

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