mercoledì 21 novembre 2012

Escursione - Monte Sevice e monte Velino

Escursione meravigliosa, lunga, faticosa, dal dislivello piuttosto importante, ma ricca di soddisfazione, che permette di inerpicarsi fino alla sommità della piramide imponente del monte Velino toccando anche il monte Rozza (per chi facesse "collezione" di duemila) e del monte Sevice.

La vista del Velino dalla strada è veramente impressionante, il massiccio con la sua vetta principale si erge per quasi millecinquecento metri. La vista della montagna imbiancata dalla neve è uno spettacolo che bisognerebbe vedere.
Si parte da Terni alle 6.00, non un orario impossibile, ma la strada da fare non è poi tanta. Sono un po' elettrizzato, vado su delle montagne a me completamente sconosciute e per giunta in invernale, chissà cosa mi aspetta?

Si arriva a Rosciolo verso le 7.30 e alle 8.10 sono già in cammino. Il programma prevedeva di arrivare alla Capanna Sevice per l'evidente canalone (che poi perccorerò in discesa), ma punto al passo delle Forche e poi lungo la cresta che porta al monte Rozza che domina dall'alto il rifugio.

La progressione è lenta. La neve è polverosa e si affonda non poco, le bacchette sono veramente d'aiuto. Per fortuna il vento, che si era fatto sentire lungo la strada percorsa in automobile, è debole.
 

Arrivo in cresta e, infine, alle 11.00 sono alla Capanna. Mi rifocillo un po': tè caldo e un boccone di cibo. La spalla del Sevice incombe e non voglio perdere troppo tempo. Di fronte a me passano due persone che salgono dal canalone.

 
Lascio le bacchette e prendo la piccozza e metto i ramponi, la neve, spazzata dal vento, è diventata ghiaccio duro e il pendio non è dolcissimo pur affrontabile e godibile.

Quando arrivo in vetta alle 12.20 inizio a sentire la stanchezza. Il ghiaccio in qualche punto era molto duro, bellissimo per far presa con i ramponi e la salita è stata accompagnata da vento molto forte che in qualche caso mi ha dato l'impressione di spostarmi.
 

Spazio con lo sguardo intorno e il Velino mi appare lontano ed altissimo. Mi chiedo se riuscirò ad arrivare in vetta: mi dispiacerebbe molto non riuscire.
Mi dico una frase che in montagna mi ripeto spesso: "Non è così brutto come sembra".
Dopo le foto di rito scendo per la crestina NO ed aggirando il passo tra il Sevice ed il Costongillo, mi tengo a fil di cresta fino ad arrivare alla sella prima della vetta del Velino. 
In molti punti la progressione è faticosa, la neve riportata dal vento mi fa affondare e fatico non poco. I passi sono spesso irregolari, c'è ghiaccio duro compatto, altro crostoso che risuona come un tamburo, in altri punti solo neve. La stanchezza si fa sentire molto, il vento spazza il costone con violenza il naso e la guancia rivolta al vento si desensibilizzano. Il panorama è meraviglioso e il piacere di sentire i ramponi mordere il ghiaccio è impagabile.
Attacco l'ultima fatica con decisione ma ben presto devo interrompere la continuità per riprendere fiato. La salita dal lato nord del Velino presenta molti tratti di ghiaccio durissimo, ma non vitreo, la punta della piccozza non sempre penetra bene: è come un luna park. Le pendenze si fanno a tratti più importanti e alcune roccette permettono di aiutarsi con le mani.
Finalmente, dopo tante fatiche, alle 12.45, sono in vetta: trovo gli altri escursionisti che, da poco arrivati, si preparano a mangiare. Approfitto della loro presenza e mi rifocillo anche io.



Il freddo, anche se quasi senza vento, mi assale ben presto le mani e velocemente decido di ripartire.
Arrivo alla sella sotto al rifugio alle 14.10. 


Da là in poi è solo una lunghissima discesa, a tratti molto noiosa, lungo il sentiero n. 3 che mi porta esattamente al parcheggio.

L'escursione merita moltissimo, i luoghi sono incantevoli, la vista del versante nord del massiccio, nascosto completamente alla vista fino a che non si supera una certa quota rivela un territorio articolato e da esplorare e conoscere.
Luoghi magici da ripercorrere presto.

RIEPILOGO

Dislivello: 1486 m
Lunghezza: 13.50 km
Durata AR: 8h
Diff.: EAI
 
 

 

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