mercoledì 2 gennaio 2013

Monte Terminillo - Sperone a sx del Centrale - 170m - AD-

Premetto che non intendo invitare chi legge a cimentarsi in solitarie e free-solo: forse ho azzardato troppo in quest'uscita e probabilmente mi è andata bene. Oppure la via era nettamente alla mia portata, ma me la sarei goduta molto di più in sicurezza e con un compagno.

sulla sinistra lo scivolo che costituisce la prima parte della via
Parto in solitaria per concludere degnamente l'anno alpinistico. La via che avevo in testa l'avevo adocchiata da parecchio, mi intrigava la possibilità di un bel misto e del traverso esposto che costituisce il collegamento tra le due parti della via. Fare una via sconosciuta, con condizioni abbastanza magre e per giunta in solitaria, lo ammetto, non è una splendida idea.
Comunque arrivo al Sebastiani con il proposito di vedere da sotto come sta messo lo scivolo iniziale e poi decidere se fare qualcos'altro.
Parcheggio alle 8,20 e perdo un po' di tempo per decidere cosa mettere nello zaino. Mi porto parecchia ferraglia, qualche chiodo, un paio di viti, fettucce varie e una mezza corda da 60m nel caso sia necessaria una ritirata strategica. Al più faccio allenamento e fiato con tutto quel peso.
Mi avvio per gli ormai familiari sali e scendi con passo deciso e alle 9,20 sono sotto il canale. Dopo essermi bardato di tutto punto risalgo il conoide nevoso e attacco deciso.

Le pendenze non sono eccessive e la neve è parecchio dura, riesco aprocedere velocemente, forse anche troppo.
In breve arrivo in vista del primo salto, prima prova della giornata da affrontare in libera assoluta. Se non me la sento ritorno indietro e vado a fare qualcosa di più approcciabile.

primo passaggio chiave: la foto non rende bene la verticalità del passaggio
Il passaggio offre buona presa per le picche, ma in più punti il saltino è scoperto e quindi si fa quasi tutto su misto. Non senza una certa tensione e soddisfazione supero la strettoia: 6-8 metri di misto quasi verticale. Mi riposo come posso e riprendo fiato, realizzando che una ritirata a questo punto è diventata cosa piuttosto complicata.
Alzo gli occhi e mi trovo di fronte una rampa nevosa che mi porterà fino all'esposto traverso. Salgo con calma e prima di affrontare il traverso riprendo nuovamente fiato.
Quello che mi aspetta è più complesso del previsto. Il traverso è tutto su misto con neve duramente attaccata dalle alte temperature dei giorni precedenti e dall'esposizione verso sud non certo favorevole.
Con grande attenzione e determinazione affronto i passaggi in traverso verso sinistra fino a portarmi sotto la verticale di una sella che raggiungo per una rampa nevosa ancora dura e assolutamente rassicurante.

La rampa da salire dopo il traverso e la sella sulla sinistra del canale finale
Mentre avanzo per raggiungere l'esile selletta, sulla quale mi adagio a cavalcioni per ristorarmi, vedo sulla destra un canale completamente scoperto di roccia ed erba. Spero che non sia il canale da prendere. Infatti mi illudo che la mia via passi per un canalino innevato oltre la sella, da raggiungere con tre o quattro metri assolutamente terrificanti di traverso. Con assoluta calma esamino con attenzione la guida e stabilisco che ciò che mi aspetta è il canale scoperto.

Dalla sella riscendo per un paio di metri, traverso verso l'attacco del diedro e comincio ad arrampicare, più con le mani che con le picche, su roccia pessima (fortuna che non c'era nessuno sotto!) con difficoltà che valuto sul III-.
Finalmente guadagno una lingua di neve pressa che mi permette di usare meglio le picche ed i ramponi, fino ad un traverso di I/II che mi porta al pendio sommitale di uscita della via.

sulla sinistra la lingua nevosa che permette, in corrispondenza del masso aggettante al termine di questa, con un traverso a destra di arrivare fuori dalle difficoltà
Faccio il pendio in men che non si dica: sono veramente esausto. Non tanto per la fatica muscolare, anche se i polpacci mi fanno male, ma per quella nervosa. Procedo ormai in piedi, supero lo sperone roccioso dove avevo fatto sosta per la Venditelli, oggi è completamente scoperto, giungo in prossimità del canalone nevoso a sinistra del Centrale. Mi fermo e decido di ridiscendere direttamente da lì senza arrivare in vetta.

Mi rifocillo e poi mi dirigo giù, dopo 1h30' di solitaria assolutamente appagante, quasi inebriante. Lasciati in via un paio di occhiali (persi chissà dove...).

Salita molto soddisfacente che, con condizioni di innevamento migliori permettono sicuramente una progressione più omogenea. Da affrontare con una certa cautela il canale finale perchè la qualità della roccia è davvero pessima.
Materiale: nda, 3-4 chiodi da roccia, 2 fittoni, qualche vite da ghiaccio
Disl. via: 170m
Disl. tot.: 400m
Durata: 1h30'
Avvicinamento e rientro: 2h
Diff.: AD- (nelle condizioni affrontate valuto: I, 2; III- M2)

In rosso l'itinerario percorso


6 commenti:

  1. Grande Bruno bella via, le foto sono più esaustive di ogni parola. Quest' ultima foto è anche molto utile per chiudere quella via iniziata con Emanuele.Complimenti nuovamente

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    1. Grazie Francesco, spero di poterla ripetere con voi, perchè merita davvero. Oltretutto può facilmente essere abbinata ad altro in zona.

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    2. Grande Bruno!!! la prossima volta chiama che ci vengo pure io!!!ci vediamo sabato che ti riporto i fittoni ciao!

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    1. Ah, ah, ah, scusami Mex ma mi avevi detto che partivi per approcciare altri ... sport ;P

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  3. grande verità! :) sabato canalino centrale?? ho comprato il libro, è mitico!

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