lunedì 4 novembre 2013

Recensione - Sur les fil des 4000

Patrick Berhault è stato uno dei più grandi alpinisti che la Francia ha regalato al mondo. Durante il concatenamento di tutte e 82 le cime delle Alpi sopra i quattromila metri, trova la morte di fronte al compagno di spedizione Philippe Magnin. Il film racconta l'avventura fino al suo tragico epilogo.

Quando nel 2004 i due partono per questa lunghissima e mai tentata impresa sono già due nomi conosciutissimi soprattutto per un'altra loro impegnativa avventura che, nel 2003, li aveva portati a inanellare uno di seguito all'altro sedici eccezionali salite nel massiccio del Bianco.
Il film in questione fa vedere le 64 cime su cui Berhault e Magnin hanno posato i piedi, le loro sveglie improbabili, scorci di vita di rifugio e le preoccupazioni (ma non paure, sottolinea Berhault) dovute al tempo metereologico e alle possibili nevicate.
Il film corre, lascia lo spettatore disorientato, ancora di più perchè già sa, lo racconta esso stesso proprio all'inizio, che Patrick è morto e che quell'avventura non avrà un epilogo. Corre come i due protagonisti, immortalati dalla troupe che li segue dove può e da loro stessi con la loro telecamera portatile.
Il film lascia senza fiato, in particolare nella sequenza aerea che mostra il concatenamento delle Grandes Jorasses, l'arrivo a Punta Margherita e a Punta Elena, su un filo di cresta da dove Magnin fa sicura a Berhault seduto a cavalcioni con i piedi nel vuoto.
Il film mi ha fatto sognare, di poter inseguire quei luoghi, che seppur fermi, scappano via lontani, di poter sentire la bellezza e l'intensità della vita a contatto con picchi e vette e ghiaccio e neve.
Il film è quello che è: un'incompiuta impresa alpinistica. Lo sottolinea anche Magnin proprio alla fine, quando il racconto giunge da dove era partito. I due partono per raggiungere la vetta del Taschhorn: un altro giorno, ancora montagna e poche vette per concludere l'impresa. La cornice, la morte.
E' un racconto bello, intenso nella sua semplicità, quasi documentaristico, senza fronzoli, in cui i commenti di Berhault e Magnin sottolineano la grandezza e la bellezza delle Alpi. Sicuramente un film l'amante della montagna non può mancare.

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