venerdì 14 settembre 2012

Monte Terminillo - Via Chiaretti-Pietrostefani - 250m - PD+


La più classica delle classiche, la più ripetuta, la più battuta, la più conosciuta via invernale del Terminillo. Mi sembra evidente che non poteva mancare nel novero delle salite invernali. Canale molto bello, salito durante l'inverno passato completamente in libera in compagnia di Ciccio, mentre gli altri avventurosi se la facevano con i tiri.

Giornata splendida, salita fatta in velocità (ma non di corsa), discesa per il Centrale e poi birretta al Sebastiani come d'obbligo.

Il canale dalla sella delle Scangive
Appuntamento alle 8.30 al Sebastiani ma io sono lì qualche minuto prima: è tutta la stagione che voglio andare a fare la Chiaretti e oggi finalmente ci riesco. Ciccio e Last sono già lì, hanno dormito in vetta al Terminillo, ovviamente ravanando una buca in cima e infilandosi dentro ai sacchi a pelo. Grandi (folli).

Facciamo due chiacchiere con Maurizio e poi ci prepariamo. Alle 8.31 Last comincia a scalpitare perchè Mex e soci ancora non si vedono. Arrivano con un colossale ritardo di un quarto d'ora.
Io e Ciccio ci avviamo con calma e poco prima delle 10.00 siamo alla sella delle Scangive. Sulla via c'è già un'altra cordata, noi siamo in sei e ci organizziamo in tre cordate: io e Cicciobike, Daniele e non so chi, Mex e non so chi (poi capirete perchè).


La via è in condizioni fantastiche, neve crostosa che prmette di salire facilmente e poi ghiaccio, ghiaccio, ghiaccio.
Le picche (nuove di pacca) entrano che è una meraviglia, i ramponi fanno presa sicura e mentre gli altri cominciano le operazioni per fare i tiri, con Ciccio, senza doversi dilungare con le parole, decidiamo di salire in free solo fin dove si può e poi eventualmente legarsi.
Ci lasciamo dietro anche la cordata che ci precedeva e saliamo con velocità e sicurezza (o anche la velocità è sicurezza?).




Mi ritrovo concentrato solo sulla progressione, attento a quello che viene giù dall'alto per il passaggio di Ciccio, cercando le zone in cui il ghiaccio è più profondo e sicuro. Si fa fatica a sfilare le becche dopo averle lanciate e questo infonde grande sicurezza.
I primi cinquanta metri se ne vanno in un lampo e i miei polpacci protestano, ma poi si scaldano e vado che è uno spettacolo.
Arriviamo fino al primo risalto di roccia. Sento Ciccio che mi chiede se voglio legarmi, ma le condizioni sembrano urlare "Chiaretti in free solo" e rispondo che va bene così.
Qualche passo scomodo per superare un saltino verticale un pò panciuto, in cui bisogna fidarsi dei piedi e delle punte dei ramponi perchè non si vede dove si fa presa. Qualche piccola spaccata su roccia, e anche un paio di passaggi in cui adoperare le mani guantate (saggiando la tenuta della pessima roccia prima).
Siamo al secondo salto che sembra impegnativo ma, come spesso capita in montagna, è meno peggio di qul che sembra. Anche lì un paio di salti di misto, qualche appoggio con le mani, e poi si è finalmente fuori sulla cresta che conduce in vetta.

Grande salita completamente sciolti, senza mai fare un passo più rischioso del dovuto, che abbiamo affrontato con grande sicurezza, in un'ora e mezza. Cicciobike si è rivelato un gran compagno di cordata attento e preparato.
 

All'una e mezza noi eravamo a prendere il sole al Sebastiani quando mi arriva una telefonata: è Last che dalla vetta ci chiede a che punto siamo. Si è slegato dalla cordata e ha lasciato gli altri tre un paio di tiri prima della cresta (ecco perchè non so come siano state formate le due cordate).

Il punto a cui ero io era una birretta con panino, frutta e dolce, quindi caffè.
Che volere di più dalla vita? 


Materiale: nda, un paio di fittoni, qualche vite da ghiaccio
Disl.: 400m
Diff.: PD+

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