giovedì 6 settembre 2012

Trekking - Dalla Forca di Presta a Visso

Escursione fatta con Andrea l'anno scorso ormai. Mi manca un po' di orizzontalità quest'anno. Aver dedicato tanto tempo alla dimensione più verticale della montagna è fantastico, ma poter camminare con un amico e godere dello spettacolo della natura è qualcosa di impareggiabile.
Tutto comincia alla Forca di Presta ad un'orario poco tipico per chi va in montagna: le 11.30!

L'orario comunque non ci preoccupa, abbiamo di fronte una lunga giornata ed un tempo meraviglioso.
Saliamo velocemente allo Zilioli (1h25') che troviamo in condizioni pietose. Un punto di bivacco come quello trattato ignobilmente da persone maleducate e poco rispettose di chi potrebbe voler (o potrebbe dover) pernottare là (c'erano anche resti di immondizia lasciati chissà da quale cafone).



Dopo una breve pausa riprendiamo il cammino e in 1h20' siamo in cima al Redentore (dopo Punta di Prato Pulito e Cima del Lago) dove ci fermiamo e pranziamo con un pasto frugale composto di ottimo formaggio, uova sode, mortadella.
Qualche chiacchera, foto di rito, e dopo mezz'ora si riparte.
Il panorama è mozzafiato e la cresta che scende verso forca Viola serpeggia meravilgiosa e invitante, i piedi volano e la stanchezza dei 914 m di dislivello percorsi non si fa assolutamente sentire. L'aria è frizzante nonostante il sole a picco (che ci darà la perfetta abbronzatura da escursionista). Passiamo la Cima dell'Osservatorio e Quarto S.Lorenzo, fino a forca Viola, il tutto in circa 1h50'.

La troviamo affollatissima con persone che riposano, altre che fanno fotografie, la forestale che sale dalla valle di Pilato. Senza fermarci proseguiamo verso il casale dell'Argentella e la vicina fonte delle Fate in cui facciamo rifornimento d'acqua che ci servirà fino al giorno dopo.
Riempiamo borracce e bottiglie di plastica accartocciate portate apposta.
Il casale dell'Argentella, occupato saggiamente da un gruppo di scout, in confronto allo Zilioli è una sala operatoria e ci colpisce in positivo. Sicuramente un luogo da sfruttare (e da rispettare) data la vicinanza dalla fonte.
Saliamo sull'anticima dell'Argentella e da lì dirigiamo velocemente verso Sasso Borghese. Lasciamo gli zaini alla base del sentiero, ci inerpichiamo in vetta, passando accanto alla funerea targa in memoria di due scalatori morti nel tentativo di salire dalla parete est.

Data l'ora allunghiamo decisamente il passo, non sentendo affatto la stanchezza passando sotto al monte Porche arriviamo all'inizio delle creste di Vallinfante intorno alle sette di sera. Troviamo una conca perfetta per il pernotto, anche se spazzata da un vento costante che si abbassa solo a notte inoltrata (sicuramente inadatto come punto di sosta con vento più forte, tempo meno mite o eventualità di pioggia). Da forca Viola abbiamo impiegato circa 2h50'.
La temperatura e il vento ci fanno optare per cucinare sotto la veranda. La scelta di portare una tenda comoda è stata saggia.
Ci rifocilliamo con della sanissima fonduta pronta, pane, prosciutto, formaggio del pranzo e cioccolata. Alla fine del pasto ci spariamo la fiaschetta della grappa e poi tutti a nanna.



Il giorno dopo ci svegliamo di buon ora (6.15), colazione con caffè liofilizzato e crostata nascosta nella gavettina e siamo presto di partenza.

Percorriamo affascinati, in un silenzio sacrale e con grande rapimento le creste di Vallinfante, salendo sulle cime di Vallinfante e Passo Cattivo.


Da lì scendiamo verso Passo Cattivo, poi monte Cornaccione e ci ritroviamo sotto gli impianti di risalita del Bove. Muovendoci verso il Felycita scopriamo il cantiere di un nuovo impianto parallelo alla seggiovia che parte dietro l'Hotel.
Arriviamo a Frontignano in meno di tre ore (2h40'), ci ristoriamo, riempiamo le borracce, e proseguiamo verso San Placido da cui parte un sentiero (anzi due) che conducono verso Visso (1h).
Non sono uso a chiedere informazioni, ma quasta volta lo faccio e le indicazioni che ci danno sono parzialmente sbagliate (quindi, mai chiedere informazioni).
Il sentiero che dovevamo seguire, sicuramente più agevole, rimaneva ad una quota più alta rispetto a quella del sentiero da noi percorso. Noi abbiamo preso il sentiero a valle delle rovine di alcune costruzioni in muratura, mentre quello che avremmo voluto fare si trova a monte.
Poco male perchè siamo spuntati comunque qualche centinaio di metri prima dell'ingresso a Visso, ma in alcuni punti alcune pietraie interrompevano il sentiero che comunque risulta sporco e disagevole (alla fine i nostri piedi protestavano vigorosamente): unica consolazione per questa parte di strada poco piacevole è stata l'idea di pranzare con panino al ciauscolo e birra gelata.
Arriviamo a Visso in 1h40'.
Siamo piuttosto stanchi, affamati e grandemente soddisfatti di aver percorso le creste che dominano le valli dei Sibillini. 
Il percorso cansente di toccare nell'ordine: Vettoretto, Punta di Prato Pulito, Cima del Lago, Cima del Redentore, (al Pizzo del Diavolo, non ci siamo andati per motivi di tempo, ma credo che lo conquisterò per qualche via di roccia), Cima dell'Osservatorio, Quarto S.Lorenzo, (all'Argentella, non ci siamo andati per motivi di tempo), Sasso Borghese, (Palazzo Borghese, già fatto in altra escursione), (Monte Porche, troppo dislivello per il tempo a disposizione), Cima di Vallinfante, Cima di Passo Cattivo. Quindi 9 delle vette più alte dei Sibillini.
L'escursione è facile, divertente, da percorrere con gusto. 
L'arrivo a Visso, paese veramente carino e molto vivo permette anche di trovare collegamenti facili con altre città, oltrechè di sedersi nel bellissimo parchetto con un ottimo panino e una rinfrancante birra.

2 commenti:

  1. E' stata una escursione bellissima, lunga e affascinante. Aria e rocce adatte tanto per meditare quanto per chiacchierare in armonia con il mondo.
    Paesaggi mozzafiato..grazie Bru!

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    1. Grazie a te delle fantastica compagnia. Certo, adesso sei diventato importante, queste cose con me non le fai più, eh...

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