mercoledì 17 giugno 2020

Corno Piccolo - Attenti alle Clessidre - 250m - IV+

Questa è una vecchia salita che non avevo relazionato: pongo fine all'attesa. Perché, almeno una volta, le Clessidre bisogna averle salite.

La bellezza di una giornata in montagna dipende da tante cose, sicuramente la difficoltà della via non è detto che rientri tra quelle determinanti. Certo, fare una via di ingaggio regala grandi soddisfazioni, ma credo che spesso, a me capita, si ponga il grado come il fine dello scalare, dell'andare in montagna. Una giornata come questa mi riporta al godimento dell'esperienza per quello che è. 
Godere del viaggio.

Belle e facili placconate
Le idee erano tutt'altre ma un incerto meteo ci ha fatto propendere per una soluzione di sicura soddisfazione e di veloce ritirata nel caso avessimo avuto sorprese.
Così con passo allegro e cuor leggero ci avviamo verso la parete nord della prima spalla del Corno Piccolo, facendo un ampio giro per poi puntare verso il Sivitilli.
La giornata è bella, con qualche velatura e pare lontana la possibilità delle perturbazioni predette dai vari siti meteo studiati il giorno precedente.



Passiamo sotto la bella parete che ospita via eccezionali e risaliamo faticosamente delle roccette che ci conducono alla base della grande placconata che vogliamo salire oggi.
Non siamo soli: davanti a noi una cordata che farà le Placche di Odino, dietro, una che farà la nostra stessa via. Poi la parete si popolerà di cordate, una delle quali attenterà alla nostra vita tirando giù una gragnola di sassi durante le doppie.

Gli ultimi metri di roccette prima della cengia


Parte Michele sulle prime facili rocce che ci depositeranno al vero attacco della via una trentina, forse quaranta metri più su. La stessa sosta è raggiungibile risalendo ancora a sinistra il Sivitilli e poi traversando sulla cengia a destra per facili risalti.
La via è frequentatissima e questa volta non è da meno.


Io salgo il primo tiro vero e proprio della via che si fa scalare con gusto e tranquillità: la parete, appoggiata, è caratterizzata da buchi, clessidre, cengette che permettono una progressione godibile, mai difficile, sempre con la possibilità di piazzare una protezione.



Poi con Michele prendiamo il ritmo e velocemente ci scambiamo il materiale e prendiamo a salire alternati con soddisfazione di entrambi.









Quando arriviamo in cima alla spalla veniamo avvolti dalla nebbia. Poco male, tanto dobbiamo scendere in doppia, anche se sono un po' infide visto che vanno costantemente cercate sulla destra faccia a monte.
Salita carina, da iniziazione al verticale da integrare.

Accesso

Giunti ai Prati di Tivo si prende la funivia che sale alla Madonnina. Da lì si percorre il sentiero Ventricini sotto tutta la parete Nord, si supera la prima spalla e prima di affacciarsi sulla conca sotto la nord della Seconda Spalla si prende a sinistra percorrendo una specie di facile crestina che porta intuitivamente verso il canale Sivitilli. Con facili risalti di roccia si giunge sotto la bella parete nord-est (45 min circa)
Alternativamente si può salire con l'auto fino alla piana del laghetto prendendo la strada che dai Prati prosegue a sinistra. Lasciata l'auto si sale l'Arapietra in direzione dell'albergo diruto e poi verso la stazione di monte. Si prosegue come sopra (45 min circa fino alla Madonnina)

Materiale

nda, utili friend medi e grandi, portare diverse fettucce e cordini per sfruttare le numerose clessidre, due mezze corde. 

Relazione

L1 - III+ - 45m
Si sale per facili rocce fino all'attacco vero e proprio su una comoda cengia e si prosegue in placca fino ad un'evidente sosta (sosta su spit e cl.)

L2 - IV - 30m
Proseguire 10m fino ad una cengia con cless.; poi dritti obliquando leggermente a dx, quindi a sx, puntando al centro della placca (sosta su cl.)

L3 - IV - 40m
Dritti in placca fino ad una cengia (sosta su spit)

L4 - IV+ - 45m
Si prende una specie di diedrino, poi in placca con passo un poco più impegnativo, per approdare successivamente su terreno più facile (sosta su spit)

L5 - III+ - 40m
Per facili placche si guadagna la cima della spalla (sosta su spit)

Discesa

Con alcune doppie per soste attrezzate lungo la via. La prima doppia si fa partendo dall'ancoraggio dell'ultimo tiro obliquando decisamente verso destra (faccia a monte ) in corrispondenza di una cengia (a sinistra sono visibili dei cordoni ma non farsi ingannare). La sosta della seconda calata si trova un sei-sette metri a destra della verticale.
Con quattro calate si è all'attacco della placca e con una quinta si è alla base delle pareti, da dove, per facili roccette e prati, tendendo verso destra faccia a monte, si va a riprendere la crestina o si entra nella comba rocciosa sotto la seconda spalla.
Alternativamente a piedi per il versante SO (via normale da S) che porta sotto la Sella dei Due Corni, o ancora per il versante N (Canale di Mezzo o Canale Sivitilli) fino al Sentiero Ventricini, o ancora per la Ferrata Danesi (risalendo alla Cima del Corno Piccolo) che conduce alla Sella dei Due Corni.

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